“…Le sofferenze familiari, come gli anelli di una catena, si ripetono di generazione in generazione finché un discendente acquista consapevolezza e trasforma la sua in una benedizione…” A. JODOROWSKY
Baby reindeermostra una persona con patologie psichiatriche, un predatore che riesce ad avere una vita in qualche modo normale e di successo, e alla fine la vittima che empatizza con la stalker perché in qualche modo richiama le sue stesse fragilità.
Eric [1] ** ** è una miniserie che mostra le dinamiche di una famiglia disfunzionale[2]in cui il figlio, Edgar, un bambino di pochi anni scompare , il bambino rispecchia le criticità genitori ego centrati [3]e soli che, soprattutto il padre ,ripongono aspettative illusorie sul bambino stesso.
Una New York degli anni 80 fa da scena a questa storia, una metropoli in cui le strade brulicano di criminali mentre i senzatetto sono abbandonati al loro destino e gli abitanti vivono una profonda crisi sociale ed economica. la scomparsa del bambino, la perdita del figlio, attiva la polizia e l’opinione pubblica grazie anche al generoso compenso che i nonni mettono a disposizione il nome del bambino.
Vincent, il padre, è un uomo privilegiato cresciuto in un ambiente agiato da genitori anaffettivi[4]; agli occhi di del padre Vincent è un totale perdente perché mentre quest’ultimo è un ricco imprenditore il figlio si è ridotto a fare il burattinaio in un programma tv per bambini. La madre lo ha imbottito di psicofarmaci fin da bambino per tenere a freno la sua esuberante fantasia. Mentre la moglie, la mamma di Edgar, si strugge nella disperazione e ne rimane raggelata e cristallizzata, Vincent ottunde i sensi bevendo ballando e drogandosi ai party. Vincent ha cercato attraverso il suo stile di vita e l’educazione data al figlio, di distruggere probabilmente la Legge del Padre[5]: rigido e dispotico, ponendosi come un padre/figlio un inaffidabile e irresponsabile. In Vincent si scatena una nuova psicosi[6], inizia a vedere il mostro Eric, da cui prende il nome la serie tv, in quanto si persuade che il successo di questo programma potrebbe dimostrare che suo figlio Edgar lo ama e lo rispetta in modo da tornare da lui… questo atteggiamento sembra confermare in Vincent una sorta di disturbo delirante.[7]
Importante è sottolineare come durante lo stesso periodo scompare un altro bimbo, un bambino di colore che rimane in sottofondo, questo mette in luce un periodo profondamente buio a livello sociale in quanto mostra tematiche come l’omofobia, il razzismo la pedofilia e la corruzione negli anni in cui il mondo era paralizzato dalla scoperta dell’ HIV.
Perché guardare questa serie? Perché durante la visione potremmo proiettare, ovvero attribuire nostre caratteristiche personali all’attore è ciò grazie all’identificazione con esso, questo ci permette di soddisfare, seppure a livello immaginario, le nostre aspirazioni i nostri bisogni o le nostre paure. Questa serie potrebbe attivare noi un processo catartico che consiste nella liberazione dei sentimenti rimessi bloccati nel profondo per vario tempo anche identificarsi con un personaggio negativo può far sì che si sperimenti una sorta di appagamento psichico di pulsioni rimasti insoddisfatti punto è stato scoperto che osservando un’altra persona, le sue azioni, i suoi discorsi, si crea in noi una modificazione a livello cerebrale dovuta all’attivazione di specifici neuroni definiti i neuroni specchio. Questa serie potrebbe attivare in noi un processo di simbolizzazione attraverso cui poter organizzare emozioni, pensieri, percezioni o vissuti a cui non siamo stati in grado di dare forma e magari pensare che forse al di là di genitori sbagliati, traumi vissuti e visioni di8 una società che tende all’assorbire ci siamo noi, che con il nostro piccolo mondo interno, possiamo permetterci il privilegio di correre il rischio: “..è una vita superficiale quella di una persona che non ha almeno un paio di cicatrici..**” **G. KEILLOR
[1] Un padre disperato affronta i propri demoni insieme a un detective tenace nelle strade di New York negli anni ‘80 mentre cerca il figlio di nove anni scomparso.
Con:Benedict Cumberbatch,Gaby Hoffmann,McKinley Belcher III
Creato da:Abi Morgan
[2] la famiglia disfunzionale è quel tipo di famiglia che spesso non è in grado di aiutare tutti i membri che ne fanno parte e che non lascia agli stessi la possibilità di esprimersi liberamente. Ci sono famiglie che non lasciano liberi i propri figli, così come altre che concedono eccessiva libertà. Le caratteristiche della famiglia disfunzionale sono tante e non sono sempre presenti nello stesso modo e con la stessa frequenza in tutte le famiglie così definite. Una su tutte si presenta, come abbiamo detto, quando il supporto dei genitori verso i figli è troppo assente o troppo presente.
[3] L’egocentrismo narcisistico indica una focalizzazione e attenzione predominante verso l’interno, comportando nei genitori una ridotta disponibilità emotiva nei confronti del bambino. I narcisisti trovano quindi difficoltà nel dedicare l’attenzione e l’affetto necessari alle esigenze dei Bambini. Questo deficit nella cura parentale narcisistica può comportare diversi rischi per lo sviluppo infantile, tra cui insicurezza, dubbi sulla propria identità, formazione di un attaccamento insicuro e concetto di sé errato. I genitori narcisisti spesso sono insensibili e ignorano i bisogni del bambino, rispondendo solo se questo porta vantaggi a loro. La mancanza di considerazione per i sentimenti infantili ostacola lo sviluppo, generando bassa fiducia in sé e sensazioni di indegnità. I rischi per i figli comprendono “fame emotiva”, fiducia limitata nelle relazioni, scarsa autostima e immaturità.
[4] Il padre anaffettivo è incapace di stabilire una connessione affettiva ed emotiva con i figli, non è coinvolto nella loro vita, è distaccato, disinteressato, incapace di accudirli e di provvedere ai loro bisogni emotivi, non è interessato ad avere spazi da condividere con loro. Può essere capace di provvedere materialmente alle necessità dei figli, ma non è in grado o non vuole dare nutrimento emotivo attraverso comprensione, supporto, incoraggiamento, rassicurazione, consolazione, manifestazioni fisiche di affetto come abbracci e baci. Il padre anaffettivo non è capace di sintonizzarsi con il figlio, di accettare e riconoscere le sue qualità, le sue inclinazioni, i suoi desideri, ma lo utilizza come prolungamento di sé e lo svaluta se non risponde ai suoi bisogni. Può imporre la sua volontà e il suo punto di vista e pretendere che il figlio si adegui, può pretendere il raggiungimento di certi obiettivi senza sapere allo stesso tempo riconoscere l’impegno e gli sforzi. Può imporre punizioni eccessive, essere autoritario e usare il distacco emotivo e la durezza per far rispettare le regole.
[5] La terza fase di J.LACAN può essere riassunta associando legge e desiderio.
Non c’è Legge senza desiderio, non c’è desiderio senza legge.
Allora diventa vitale che qualcuno, un Padre qualsiasi, sia esso biologico o al di fuori di un legame di sangue, sia esso inquadrato nella diversità di genere, vale a dire anatomicamente maschio o femmina, si metta al servizio di quella che in analisi chiamiamo funzione paterna.
Rendere “un nuovo nato” un essere umanizzato, permettergli di diventare un Soggetto è possibile se qualcuno facendosi carico della funzione paterna introduce la castrazione, la legge del limite attraverso un atto di interdizione che viene ad essere il primo atto di donazione. Un Padre è tale solo se trasmette ai suoi Figli il dono del limite al godimento e attraverso questo limite l’opportunità e la possibilità di accedere al desiderio come scelta futura, come apertura verso un proprio avvenire, come prospettiva verso la vita.
Un Padre è tale solo se non impone un suo desiderio, se non vuole far del figlio la sua copia, se non cerca di plasmarlo a sua immagine e somiglianza, se attraverso Lui non vuole realizzare il proprio desiderio insoddisfatto.
Un Padre è tale solo se trasmette al Figlio l’opportunità di accedere alla scoperta di un desiderio elettivo, unico, personale, intimo con cui mettersi in gioco lungo il percorso della propria esistenza.
[6] Con il termine psicosi si indica un gruppo di disturbi mentali gravi che, almeno per un certo periodo di tempo, comportano un’alterazione della capacità di interpretare correttamente la realtà.
[7] l disturbo delirante può insorgere nel contesto di un preesistente disturbo paranoide di personalità. In tali soggetti, nella prima età adulta si manifestano una sfiducia e una sospettosità pervasive nei confronti degli altri e delle loro intenzioni, che si protraggono per tutta la vita.
I sintomi iniziali possono comprendere la sensazione di venire sfruttato, una preoccupazione riguardo alla lealtà o all’affidabilità degli amici, una tendenza a leggere significati minacciosi in osservazioni o eventi favorevoli, una rancorosità costante e un’iperreattività a quelli che vengono percepiti come affronti.
Sono stati identificati diversi sottotipi di disturbo delirante:
· Erotomane: i pazienti credono che un’altra persona sia innamorata di loro. Sono comuni i tentativi di contattare l’oggetto del delirio con telefonate, lettere, controlli o appostamenti. I soggetti affetti da questo sottotipo possono incorrere in problemi legali correlati a tale comportamento.
· Megalomanico: i pazienti sono convinti di avere un grande talento o di aver fatto un’importante scoperta.
· Delirio di gelosia: i pazienti credono che il coniuge o l’amante siano loro infedeli. Tale convincimento si basa su illazioni sostenute da prove di dubbia evidenza. Talvolta possono fare ricorso alla violenza fisica.
· Persecutorio: i pazienti sono convinti che si stia complottando contro di loro, che siano spiati, si sparli di loro o che vengano perseguitati. Possono tentare ripetutamente di ottenere giustizia attraverso appelli ai tribunali e ad altre istituzioni governative e possono ricorrere alla violenza per vendicarsi della persecuzione immaginaria.
· Somatico: il delirio si riferisce a una funzione corporea; p. es., i pazienti sono convinti di avere una deformità fisica, un cattivo odore o un parassita.
Il comportamento dei pazienti non è per forza bizzarro o strano, ed a parte le possibili conseguenze dei loro deliri (p. es., isolamento sociale o stigmatizzazione, difficoltà coniugali o di lavoro), il funzionamento dei pazienti non è marcatamente compromesso.