BABY REINDEER: recensione di una psicoqualcosa

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Teresa Colaiacovo - BABY REINDEER: recensione di una psicoqualcosa

“ …se saltiamo dove ci sono braccia per riceverci, il nostro non è un vero salto…” Hillman

Martha: la staker

Donny: la vittima

Darrien: l’abusante

Teri: la donna trans

In questa serie tv, tratta da una storia vera, ho cercato il legame che unisse questi quattro personaggi, quel filo sottile che tiene assieme come in una tela del ragno, la soggettività di ciascuno che diventa causa ed effetto della soggettività dell’altro.

Riempie lo schermo la presenza di Martha, la donna assume le caratteristiche della stalker manifestando un’evidente problematica nell’area affettivo-emotiva, relazionale e comunicativa che non sempre corrisponde ad un preciso quadro psicopatologico.

In un articolo pubblicato sul Journal of Criminal Justice (Patton, Nobles, Fox, 2010), emerge una relazione tra stalking e teoria dell’attaccamento. Nello specifico, è stata riscontrata una relazione tra alcuni comportamenti dello stalker e disturbi di personalità cluster B (Sansone RA, Sansone LA, 2010; Evans TM, Reid Meloy J., 2011). [1]

E’ quindi possibile indagare come i pattern di attaccamento del bambino con la madre proposti da Bowlby (1969, 1973) si associno alle caratteristiche di personalità dello stalker.[2]

Ad esempio, nello studio svolto da Patton, Nobles e Fox (2010)[3] si cercò di determinare quale attaccamento disfunzionale potesse essere associato a questi comportamenti. Dai risultati emerse che l’attaccamento insicuro-ambivalente-ansioso era significativamente associato a comportamenti di stalking. Gli individui che presentano pattern di attaccamento di questo tipo si caratterizzano per ansia nelle relazioni e tendono a mettere in atto comportamenti associati a gelosia e rabbia verso il partner; inoltre mettono in atto comportamenti intrusivi, molesti e persecutori nei confronti dell’ex partner.

Donny è l’altro protagonista, la vittima che diventa la “piccola renna” di Martha.

Dal punto di vista psicologico ed emozionale, i sintomi più comunemente riportati dalle vittime di stalking sono paura, ansia, rabbia, sensi di colpa, vergogna, disturbi del sonno, reazioni depressive con sensazioni di impotenza, disperazione, paura e comparsa di ideazione suicidaria. Sul piano della salute fisica si riscontrano invece disturbi dell’appetito, abuso di alcool, insonnia, nausea e aumento nel consumo di sigarette.
Tuttavia, è bene sottolineare che non sempre le vittime di stalking sviluppano un disturbo psichiatrico. I sintomi possono delinearsi come subclinici o transitori e possono essere compensati dalla resilienza di un soggetto, ovvero la sua capacità di adattarsi a fronte di un evento traumatico.

Ma il legame che si instaura tra vittima e carnefice, tra la fagocitante Martha e l’esile Donny diventa per quest’ultimo uno specchio, attraverso la sua stalker vede, probabilmente, sotto una nuova luce, gli squarci della sua vita che l’hanno portato a Londra, a fare il barista mentre sogna di diventare comico e ad iniziare un rapporto segreto con Teri, la donna transessuale che teme di scegliere e di mostrare perché c’è una parte di sé che è rimasta sepolta dal chiacchiericcio di emozioni e sogni, parole ed eventi, dolore e godimento.

Denuncia Martha, il senso di colpa lo attanaglia, ed in quel momento rivive e rivede l’inizio di un altro Donny: lo stupro, la sessualità compulsiva, le droghe e gli occhi persi di un comico che non riesce a ridere di sé e con sé.

Qui si pone e si impone una domanda in Donny: “perché non ha denunciato Darrien?” “Perché ha negato a se stesso lo stupro?”

Secondo il National Institute of Justice, il 66% degli uomini ha subito almeno un’aggressione fisica nel corso della sua vita e il 3% almeno un episodio di stupro o di tentato stupro. Sia uomini che donne sono aggrediti prevalentemente da altri uomini. Ciò che risulta importante sottolineare è come anche l’abuso sessuale negli uomini si riveli fenomeno ingente, con una stima di quasi 2 milioni e 800mila vittime nei soli USA 3. I soggetti più a rischio per violenza sessuale sembrano essere gli uomini omo- e bisessuali tra i quali la prevalenza risulta essere del 27,6%. Parimenti, se si considera il numero di soggetti omo e bisessuali tra le vittime di abuso otteniamo una stima del 60%.

Le ragioni principali per cui questa popolazione sembra a maggior rischio sono le seguenti: 1. sono più a rischio di essere vittima di violenza da partner o ex-partner che, come per il sesso femminile, sono responsabili del 65% delle aggressioni a sfondo sessuale; 2. va sempre considerato il rischio di aggressioni a sfondo omofobico. Vi sono evidenze, poi, che costoro, pur subendo ferite più gravi rispetto alle donne, considerino la natura dell’aggressione come sessuale solo in casi di gravità estrema. Spesso, l’aggressore usa forza fisica (52,5%) e, nella maggior parte dei casi, la vittima subisce lesioni gravi (a livello anale e diffuse). Gli aggressori, spesso, sono plurimi e gli abusi sessuali includono la penetrazione anale e orale, masturbazione e penetrazione con oggetti. Le aggressioni possono essere accompagnate da insulti omofobici o, al contrario, atteggiamenti che simulano un rapporto consensuale. L’età è in genere compresa tra 16 e 24 anni, probabilmente per una tendenza maggiore a porsi in situazioni a rischio e minore esperienza.[4]

Molte vittime possono sviluppare confusione riguardo alla propria sessualità, sia tra gli omosessuali che tra gli eterosessuali. Non è, infatti, infrequente che una vittima eterosessuale possa, in seguito, cercare contatti omosessuali o che, al contrario, sviluppi una spiccata avversione nei confronti di tutti gli omosessuali, in senso prettamente reattivo. L’80% degli eterosessuali vittime hanno sviluppato crisi a lungo termine riguardo la propria sessualità. Gli omosessuali, invece, possono sviluppare problemi con il loro orientamento sessuale o avere difficoltà nel percepire positivamente la propria sessualità; possono cominciare a concepire i rapporti consensuali come qualcosa di sporco, o perdere fiducia nel partner o negli uomini in generale. Potenzialmente, in tutti i casi gli uomini di orientamento omosessuale possono sviluppare turbe sessuali a lungo termine con possibili conseguenze nelle relazioni col partner.

I disturbi possono quindi protrarsi per anni a seguito dell’abuso e variano dall’inattività alla promiscuità.[5]

Questo è ciò che dice la letteratura, ma ciò che spesso non sottolinea è che quando qualcosa si rompe si diventa diversi, non peggiori, ma differenti.

Donny forse aveva già dentro di sé la bisessualità, forse ne aveva paura, ma alla stessa stregua un trauma così ingerente lo ha portato lontano dai suoi sogni, lontano da chi voleva e pensava di essere.

Con quali occhi si guardava Donny quando sperimentava sesso estremo? Con quali occhi si guardava nella relazione con Teri e nel rapporto con Martha?

Martha, forse, con il venerarlo lo ha fatto sentire UOMO, ed ecco perché nel legame disfunzionale che si instaura tra i due, lui nutre un’empatia profonda per quella donna.

Ha paura di denunciarla perché, probabilmente, sarebbe come denunciare una parte di sé: quella bisognosa di attenzioni, di occhi che lo guardano, di parole che mancano.

Martha diventa il contenitore delle sue paure più profonde, con lei sa di esistere, persino come comico ed è dopo che lei non c’è più nella vita che può decidere chi vuole essere.

 

 

APPROFONDIMENTI BIBLIOGRAFICI

- https://www.stateofmind.it/2016/03/vittime-di-stalking-intervento-psicologia/

- https://www.stateofmind.it/2015/09/stalking-persecuzione-motivi/

- https://old.jpsychopathol.it/wp-content/uploads/2015/07/09-Di-Giacomo1.pdf

 



[1] Caretti V., Ciulla S., Schimmenti A. (2011), Stalking: definizione del costrutto, aspetti fenomenologici, comportamenti associati, Giornale Italiano di Psicopatologia, N. 17, pp 5

[2] Bowlby, J. (1969). “Attachment”, in Attachment And Loss, Vol. I, Basic Books, New York.

[3] Patton, C.L., Nobles, M.R., Fox, K.A. (2010). “Look who’s stalking: Obsessive pursuit and attachment theory”. Journal of Criminal Justice, 38, 282-290.

 

[4] Walker J, Archer J, Davies M. Effects of rape on men: a descriptive analysis. Arch Sex Behav 2005;34:69-80

[5] Sonne SC, Back SE, Zuniga CD, et al. Gender differences in individuals with comorbid alcohol dependence and posttraumatic stress disorder. Am J Addict 2003;12:412-23.

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