Pensavo fosse amore invece era un calesse: la ricerca di amori sbagliati

Un blog di psicologia e sessuologia è un sito web che fornisce informazioni e consigli sulle tematiche relative alla psicologia e alla sessuologia. Il contenuto di un blog di psicologia e sessuologia può variare, ma di solito include articoli informativi, consigli pratici, recensioni di libri o prodotti relativi a queste tematiche, e risposte a domande frequenti.

Teresa Colaiacovo - Pensavo fosse amore invece era un calesse: la ricerca di amori sbagliati

“…Ogni vita è una moltitudine di giorni, un giorno dopo l’altro.

Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedevo, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi.. “ J.JOYCE

Francesca (nome di fantasia) richiede un supporto psicologico perché ha difficoltà (scrivo in corsivo le sue parole) a trovare l’amore, dice: “è un susseguirsi di uomini sbagliati, Dottoressa, e storie che non portano a nulla”.

Le chiedo dove vorrebbe che le sue storie portassero e mi dice:” ho 38 anni, tra un po’ vado in menopausa e non ho né figli né uno straccio di uomo”.

Le domando cosa hanno avuto in comune, secondo lei, le sue storie passate e lei mi dice:”ho iniziato ad avere fidanzati a 14 anni e ogni storia, ne ho avuto 18, è stata segnata dall’abbandono, loro mi hanno abbandonato.”

Le domando cosa significa per lei essere abbandonata e mi dice:” lasciata da parte”.

Le ho chiesto se, al di là delle sue storie, lei si è mai sentita così e mi ha detto: “ fin da bambina mia mamma mi ha lasciata per insegnare in un’altra regione e mio padre lavorava fino a tardi e poi era alcolizzato secondo me..”

Le domando con chi stesse e lei mi dice: “con una specie di zia, in realtà era un’amica di mamma senza figli e che non lavorava , anche lei spesso si ubriacava con papà e penso che a volte andassero a letto insieme..”

Le domando da quanto aveva questa impressione e lei mi dice: “da sempre o almeno così ricordo, ma alla fine la mia unica paura era che mi abbandonassero…”

Le chiedo: “ qual è la sua paura oggi quando inizia una relazione?”

Lei mi dice: “che mi abbandonino, alla fine io non scelgo un uomo per le sue qualità, ma lo scelgo in base a quante possibilità ci sono che mi abbandoni”.

Le domando come fa a fare questo calcolo e lei mi dice: “inizio a stilare tipo una lista, scarto quelli troppo belli, scarto quelli che sono impegnati perché non lasceranno mai l’altra per me, scarto quelli intelligenti eccessivamente perché io non lo sono, scarto quelli che hanno un lavoro che li porta a contatto con donne… ah e poi scarto quelli con troppi hobby perché non avrebbero tempo per me”.

Le chiedo: “nonostante questa attenta elaborazione dei dati comunque dice di essere stata abbandonata?”

Mi dice: ” si, sono io che sbaglio è evidente.”

Le chiedo in cosa secondo lei sbaglia e mi dice: “appena li conosco mi attacco come una cozza, ho bisogno di sentirli sempre, vederli e poi inizio a riempirli di regali… pensi che ad uno tagliavo anche le unghia dei piedi”.

Penso a quanto la paura dell’abbandono sia la ferita del passato ed oggi riemerga sotto forma di dipendenza affettiva.[1]

L’amore nel caso di Francesca diventa come una sostanza, alterna momenti di rifiuto ad altri di intossicazione.[2]

Le caratteristiche di una dipendenza affettiva si intrecciano, in larga parte, ai tratti di una personalità di tipo dipendente: le persone che si ritrovano a essere dipendenti da una relazione, infatti, presentano spesso i seguenti tratti di personalità:

  • Difficoltà nel prendere decisioni, anche quotidiane, senza chiedere consigli e rassicurazioni. La mancanza di fiducia nella propria capacità di fare scelte corrette, e l’estrema colpevolizzazione quando si commettono errori, rende terrificante la possibilità di sbagliare
  • Bisogno che altre persone si assumano la responsabilità di ambiti importanti della propria vita. Le sfide quotidiane diventano difficoltà insormontabili e impossibili da affrontare da soli
  • Difficoltà nell’essere in disaccordo con gli altri. Una persona dipendente sente di non avere abbastanza valore da poter esprimere un’opinione personale che si discosti da quella di qualcuno da cui dipende
  • Difficoltà nel portare a termine progetti o attività in autonomia. La paura, in questo caso, riguarda il fatto che le altre persone potrebbero accorgersi del fallimento, percepito come inevitabile
  • Emozioni negative come ansia o disperazione al pensiero di essere soli o poter rimanere da soli
  • Assumersi la colpa o la responsabilità di eventi o situazioni negative, anche quando non è vero oppure non è possibile identificare un responsabile. Colpevolizzarsi rappresenta una modalità di mantenere il controllo su circostanze, molto spesso, incontrollabili
  • Incapacità di creare o difendere i propri spazi o confini[3]

Chiedo a Francesca di descrivermi la sua vita con un’immagine e lei mi dice: “boh, forse una bambina a letto ammalata”.

Le domando cosa significa per lei essere ammalata, e lei mi dice: “significa essere sola”..

La paura di Francesca è la solitudine che si unisce all’abbandono ed a ciò che lei ha sperimentato durante l’infanzia; mi rendo conto che ci sono diversi nuclei problematici da affrontare e che la scelta del partner è solo la punta dell’iceberg.

Chiedo a Francesca se le piace guardare dei film, mi dice: “si, molto.. forse di più quegli romantici”.

Le consiglio un film con una forte morale: ”le conseguenze dell’amore” https://youtu.be/hXx08QATkOg

Mi dice: “lo guarderò… dottoressa ma avrò mai un uomo che mi ami per quella che sono?”

Le dico: “lei chi pensa di essere?” Mi risponde: “una donna vicina alla menopausa, con un lavoro normale e una vita spenta…”

Le dico che probabilmente non si conosce abbastanza se vede solo questi pochi elementi e che a volte sbagliamo occhiali nel guardarci.

Le propongo per il prossimo incontro di fare una linea della vita: scrivere tutti i ricordi belli e brutti, partendo dal primo che le viene in mente a quelli di oggi.

Lei mi dice che l’idea le piace e mi chiede: “mi consiglia un libro da leggere?”

Le consiglio di leggere: Tutte le volte che mi sono innamorato di Marsullo… e le do una pagina che avevo fotocopiato dopo il primo contatto telefonico con lei.

Lei la prende compiaciuta e mi dice: “guarirò?”

Le rispondo:” la psicologia non è ortopedia, ma  a piccoli passi potrà conoscersi e vedere anche di aggiustare quella lista e che forse risponde ai suoi bisogni, non ai suoi desideri.. inoltre l’importante è non navigare nel mare dell’omeostasi”

Sorride e mi dice: “ma secondo lei ho problemi seri?” le rispondo con una frase a me molto cara che dice: “la sofferenza è una richiesta di indagine, tutto il dolore ha bisogno di essere indagato”.[4]

Intanto, le dico ancora, possiamo iniziare dal sentirci giovani e vivi  perchè una persona invecchia solo quando smette di ri-cercare e si ferma a ristagnare.

Sorride e mi saluta.


[1] La dipendenza affettiva si instaura proprio all’interno di questa tensione tra il “non poter vivere con” e il “non poter vivere senza”: il funzionamento della persona dipende dalla propria relazione affettiva.

La dipendenza affettiva fa parte delle “nuove dipendenze”, processi che presentano le stesse caratteristiche della tossicodipendenza ma non sono causati dall’azione di una sostanza di abuso.

La dipendenza affettiva si instaura proprio all’interno di questa tensione tra il “non poter vivere con” e il “non poter vivere senza”: il funzionamento della persona dipende dalla propria relazione affettiva.

La dipendenza affettiva fa parte delle “nuove dipendenze”, processi che presentano le stesse caratteristiche della tossicodipendenza ma non sono causati dall’azione di una sostanza di abuso.

 

[2] Earp B.D., Wudarczyk O.A., Foddy B., Savulescu J. (2017). Addicted to love: What is love addiction and when should it be treated? Philos Psychiatr Psychol 24(1): 77 – 92.

 

[3] Fisher H.E., Xu X., Aron A., Brown L.L. (2016). Intense, passionate, romantic love: A natural addiction? How the fields that investigate romance and substance abuse can inform each other. Front Psychol 7:687.

 

[4] Nisargadatta Maharaj

Seguimi su Instagram