se fosse un delitto, sarebbe da manuale della perfezione.
al momento le indagini vedono la morte di una donna, una madre e la sua bambina, una neonata di circa 8 mesi.
le due vittime, così come l’uomo accusato formalmente di omicidio sono cittadini americani.
la fuga all’estero di Ford, il suo arresto e il suo identificativo, tracciato tramite celle telefoniche e testimonianze, hanno dato una svolta al caso.
chi era Stella la donna uccisa a Villa Pamphili?
una donna di circa 29-30 anni, un nome ritenuto falso, origini russe, ucraine o islandesi.
un dato certo è che fosse un ‘informatica esperta.
Chi è davvero Rexal Ford?
Nessuno lo sa. La polizia gli ha trovato in tasca un passaporto americano. Autentico, ma con generalità fasulle. Dettaglio più unico che raro. Rexal si chiama in realtà Francis Kaufmann, ha 46 anni (non 35) e in patria ha messo in fila denunce e arresti per comportamenti violenti. La prima impressione che filtra da media (e forze dell’ordine) è scontata: uno sbandato, un ubriacone manesco che stavolta l’ha fatta grossa. Invece, con il passare delle ore, viene fuori un altro profilo. Anche in senso social, visto che su Facebook spunta “Matteo Capozzi”, la sua terza identità spesa a Malta, dove nel 2023 il nostro prende in affitto una casa da 1.100 euro al mese. Poi nel marzo scorso parte all’improvviso per la Sicilia su un catamarano noleggiato. Entra in Italia inosservato, non si sa se portandosi dietro la (presunta) compagna Anastasia e la (presunta) figlia Andromeda, nata sull’isola, che avrebbe compiuto un anno a breve. Kaufmann/Ford spiega sui suoi profili di aver girato improbabili film, quindi viene bollato frettolosamente come millantatore. Poi però, colpo di scena, Open rivela che ha ricevuto 860 mila euro di finanziamento sotto forma di tax credit dal ministero dei Beni culturali nel 2020, governo Conte, ministro Dario Franceschini, per realizzare il film “Stelle della notte”. Particolare inquietante, perché significa che l’americano godeva di credito, in tutti i sensi, nell’ambiente del cinema europeo. Godeva però anche di appoggi logistici, visto che nessuno ancora ha capito dove soggiornasse a Roma. I soldi di sicuro non gli mancavano: aveva tre carte di credito e dagli Usa riceveva ogni mese 6 mila euro. Glieli spediva “la mamma”, avrebbero appurato gli investigatori italiani affiancati con solerzia dall’Fbi, scesa in campo fin dall’inizio del giallo. “Un profilo straordinario”, quello del cineasta giramondo Ford, commenta qualche ben informato. Contradditorio di sicuro, ma non necessariamente indole violenta e lucidità da professionista sono incompatibili. Ad esempio, “ci sono agenti super addestrati che di notte all’improvviso picchiano la moglie, magari per i traumi vissuti nelle forze speciali”. Impressioni in libertà, che però si adattano bene all’identikit del personaggio. Il quale, intanto, ha già rifiutato l’estradizione motivandola così: “Gli italiani sono mafiosi”. Ma il mistero, se possibile, riguarda soprattutto Anastasia.
Chi è Anastasia?
Ventinove anni, per due settimane nessuno è riuscito a darle un nome. Ci è voluta una telefonata a Chi l’ha visto partita dalla Russia, con una donna che ha annunciato: “E’ mia figlia”. Nel frattempo ci erano arrivati anche gli inquirenti (che potrebbero decidere di sentire la signora tramite rogatoria), dopo febbrili giorni di analisi e incroci dei documenti sulla rotta Italia-Malta. Attenzione però, la chiamata non è partita da una città qualsiasi, ma da Omsk, in Siberia, sede di uno dei centri nevralgici dell’ex Kgb, ora Fsb. Quasi come dire Langley, sede della Cia in Virginia. Posti dove, in mezzo a tanta gente normale, vive e lavora una numerosa comunità di intelligence. Trofimova è il femminile di Trofimov, un cognome pesante in quegli ambienti. Si chiamava così un generale dei servizi ammazzato in piena Mosca negli anni ’90. Difficile che Anastasia sia una parente, ma c’è un altro aspetto da considerare. Spesso i russi, quando scelgono identità di copertura, si richiamano a figure leggendarie del settore. Fino a prova contraria, però, Anastasia era andata a Malta a studiare inglese. Una lingua che parlava bene, forse fin troppo per una giovane russa qualsiasi.
APPROFONDIMENTI
https://www.youtube.com/watch?v=07k-lu_7b2E
https://mediasetinfinity.mediaset.it/video/tg5/delitto-villa-pamphili-lelevata-capacita-criminale-di-kaufmann_F313645001673C05