Le 5 caratteristiche psicologiche della manipolazione e del manipolatore

Un blog di psicologia e sessuologia è un sito web che fornisce informazioni e consigli sulle tematiche relative alla psicologia e alla sessuologia. Il contenuto di un blog di psicologia e sessuologia può variare, ma di solito include articoli informativi, consigli pratici, recensioni di libri o prodotti relativi a queste tematiche, e risposte a domande frequenti.

Teresa Colaiacovo - Le 5 caratteristiche psicologiche  della manipolazione e del manipolatore

“…Ci sono quelli la cui abilità principale è quella di far girare le ruote della manipolazione. È la loro seconda pelle e senza queste ruote girevoli, semplicemente non sanno come vivere…”
(C. JoyBell C.)

Rosalinda inizia un percorso psicologico con me perché sostiene di avere carenti risorse per affrontare sia le relazioni che il mondo del lavoro, lei dice di essere stata manipolata a lungo durante una relazione con un uomo sposato. Innanzitutto vediamo con lei in cosa consiste la manipolazione psicologica e le caratteristiche del manipolatore, prima di lavorare sulla sua modalità remissiva nel confronto e nelle decisioni.

La manipolazione psicologica non è solo un processo psicologico, ma è un processo comunicativo (Zimbardo, 2008): un bravo comunicatore è colui che riesce a veicolare messaggi semplici, anche se profondi e sorprendenti, concreti e credibili, facendo leva sui fattori emotivi e con una modalità narrativa facilmente riproducibile. A questo proposito può essere molto utile conoscere i sei principi della persuasione sociale illustrati da Robert Cialdini (2009):

1) Reciprocità: o principio del “ti offro un dito per prenderti il braccio”, indica la nostra tendenza a ricambiare un favore che ci viene offerto. Una tecnica di persuasione che sfrutta questo principio è quella dei campioni gratuiti, si fornisce ai clienti una piccola quantità di prodotto con l’ “innocente” intenzione di informare il pubblico, mentre ciò mette in moto l’obbligo di ricambiare il dono.
2) Impegno e coerenza: il bisogno di apparire coerenti con ciò che abbiamo fatto ci induce un cambiamento mentale che supera le pressioni personali e interpersonali nello sforzo di essere coerenti con quell’impegno. Una tattica persuasiva che sfrutta questo principio è la tecnica del “piede nella porta” che consiste nell’ottenere grossi acquisti cominciando con uno piccolo.
3) Riprova sociale: talvolta, nel decidere che cos’è giusto per noi, ci è di aiuto cercare di scoprire cosa gli altri considerano giusto. Ad esempio, tendiamo a considerare più adeguata un’azione quando la fanno anche gli altri. L’impiego dei testimonial nella pubblicità è una delle trasposizioni pratiche di questo principio, un altro esempio sono le risate finte nelle sitcom.
4) Simpatia: di regola preferiamo acconsentire alle richieste delle persone che conosciamo e che ci piacciono, o che percepiamo come simili a noi. I mariti rimasti vittime dei Tupperware party riconosceranno gli effetti drammatici che questo principio, apparentemente così innocuo, ha sulla nostra pazienza.
5) Autorità: o principio del Megadirettore galattico, indica il senso di deferenza verso l’autorità per cui tendiamo a seguire fino all’estremo l’ordine di una persona autorevole (o presunta tale) in un determinato campo. È il motivo per cui si usano i dentisti negli spot sui dentifrici.
6) Scarsità: un prodotto diviene più attraente quando la sua disponibilità è limitata. Questo principio rappresenta inoltre un ottimo deterrente alla procrastinazione: avete mai sentito parlare della “corsa all’ultimo acquisto”? Sulla base di questo principio i venditori usano frequentemente le tattiche del numero limitato, o dell’offerta valida per pochi giorni.

Le caratteristiche di chi compie la manipolazione psicologica

Passiamo infine alla descrizione delle caratteristiche psicologiche del manipolatore: se questa è la carriera che desiderate intraprendere, potrebbe esservi di aiuto possedere di tratti di personalità afferenti alla triade oscura (Furnham et al., 2012; Paulhus & Williams, 2002), ovvero un costrutto impiegato per descrivere una costellazione di tre tratti di personalità:
narcisismo: tratto di personalità che descrive individui che tendono ad apparire ambiziosi, determinati e dominanti nelle relazioni interpersonali, fino ad esibire un senso di superiorità;
– machiavellismo: tratto di personalità che descrive individui con una forte tendenza al cinismo, alla scarsa considerazione per i principi etici e morali, con la tendenza a manipolare gli altri per raggiungere i propri scopi;
psicopatia: è considerato il tratto più maligno della triade oscura, descrive persone caratterizzate da scarsi livelli di empatia, in combinazione ad alti livelli di impulsività e ricerca di eccitazione. Molti di questi individui manifestano condotte francamente antisociali.

Ora che, in questa breve guida, abbiamo illustrato le principali conoscenze teoriche sulla manipolazione psicologica, siamo certi che la vostra fiducia nel genere umano non sia di certo aumentata. Riteniamo però che conoscere questi processi sia il necessario presupposto per potersi difendere, ricordando al lettore di stare in guardia quando il nostro interlocutore ci evoca sensazioni di insicurezza o di franca minaccia, o quando ad un comportamento seduttivo fanno seguito richieste di impegno (economico, affettivo, lavorativo…), alle quali sente di faticare a sottrarsi. Le domande da farsi in questi casi sono “cosa sta tentando di ottenere rivolgendosi a me in questo modo?”, “mi riesce davvero impossibile sottrarmi?”, “ci sono argomentazioni contrarie da opporre?”. Riconoscere il comportamento manipolativo è il primo passo per potersi sottrarre ad esso, con la necessaria fermezza che deriva dalla consapevolezza dei propri diritti che mai, debbono essere calpestati, sia tra le mura di casa, sia nelle aule della giustizia.

Tuttavia, la manipolazione psicologica fa parte della vita, e non vogliamo invitare il lettore a diventare paranoide nel tentativo di difendersi da minacce sconosciute. Tralasciando casi estremi come gli interrogatori di polizia, essere persuasi, ma anche lasciarsi infinocchiare, sono esperienze comuni; per chi ha un’impresa non è raro subire una truffa da un cliente o un fornitore, così come per chi è in cerca dell’amore della vita, non è raro subire il fascino di persone con intenzioni meno nobili. Ma queste esperienze, per quanto spiacevoli, non sono la prova di una sconfitta: possiamo incassare colpi sporadici senza perdere fiducia e positività nell’affrontare la vita, consapevoli che il mondo non è sempre un luogo rassicurante in cui vivere.

Con Rosalinda dopo aver guardato al suo schema relazionale ed anche personale cerchiamo di stilare una lista su cui riflettere, con degli utili accorgimenti, per riconoscere ed evitare la manipolazione che spesso è una modalità per non essere rifiutata.

Consigli pratici per non lasciarsi manipolare e tutte le tecniche per sopravvivere al rapporto con un manipolatore.

Il termine “manipolazione” si riferisce a quell’insieme di atteggiamenti e comportamenti volti a controllare e manovrare l’altro al fine di raggiungere i propri scopi.

Se occasionalmente tutti possiamo mettere in atto, consapevolmente o meno, una sorta di manipolazione per ottenere ciò che vogliamo, la personalità manipolatrice lo fa in modo diffuso e sistematico.

Riconoscere un manipolatore

Il manipolatore tipicamente mente, rigira la frittata, non ammette i propri errori, non si assume alcuna responsabilità, ma colpevolizza sempre l’altro, in modo diretto o indiretto. Critica, svaluta, umilia, per acquisire potere e sentirsi superiore. Fa spesso la vittima e si fa commiserare, o si presenta come un “santo“, irreprensibile, inattaccabile.

Queste personalità sono molto pericolose, perché agiscono in modo subdolo. Possono essere prepotenti, oppure molto seduttivi, o nascondersi dietro la maschera della gentilezza e dell’altruismo.

Comunque ci fanno sentire a disagio, inadeguati o in colpa e ci spingono, più o meno apertamente, a dire o fare quello che non faremmo spontaneamente.

La cosa importante da comprendere è che, in questo tipo di personalità, la manipolazione non è un fatto occasionale, ma l’unica modalità di rapporto con l’altro. Siamo a tutti gli effetti nel campo della psicopatologia.

.

Rinunciare alla speranza

Il primo passo, dopo aver riconosciuto il manipolatore e il potere che esercita su di noi (cosa non banale), è accettare che non avremo mai una comunicazione “normale” con lui. Questo è estremamente difficile perché, spesso, il manipolatore è qualcuno a cui vogliamo bene, o con cui desideriamo comunque avere una buona relazione.

Quello che ci tiene “legati” al manipolatore è la speranza, più o meno consapevole, che possa finalmente cambiare, vedere le cose come le vediamo noi, capire la sofferenza che ci procura, ma questo è impossibile a causa del suo patologico egocentrismo e del suo deficit di empatia: gli manca “strutturalmente” la capacità di mettersi nei panni dell’altro.

Dobbiamo guardare in faccia la realtà: il manipolatore non cambierà mai, semplicemente perché non conosce un altro modo di mettersi in relazione con l’altro: per lui non esistono rapporti di vero rispetto, ascolto, reciprocità, ma solo di controllo e di potere.

Rifiutare la responsabilità

Il fatto che il manipolatore non possa cambiare, non dipende da voi, né da questioni legate all’affetto, all’amore, all’impegno. Non è che lui non voglia rapportarsi con voi in modo “normale”, o che voi non siate degni d’amore e di rispetto, è che non può.

La personalità manipolatrice si costruisce durante l’infanzia, si consolida in adolescenza e tende ** ** a cristallizzarsi, a meno di grandi sconvolgimenti o di un lungo percorso terapeutico, in cui il soggetto si dovrebbe realmente impegnare (cosa che raramente avviene). Dunque, un manipolatore può essere solo arginato, non può essere cambiato.

Lo scopo segreto del manipolatore, sia che agisca con aggressività, oppure con lusinghe e finto “altruismo”, è destabilizzarvi emotivamente per esercitare il suo potere, e attraverso questo potere salvaguardare l’autostima e l’amor proprio, che a livello profondo sono carenti. Il manipolatore è sempre un grande insicuro, anche quando sembra l’esatto contrario.

Le armi per difendersi

L’unica possibilità per difendervi è distaccarvi emotivamente da lui, cosa che vi permetterà di diventare, piano piano, indifferenti alle sue manovre, e usare tecniche di “contro-manipolazione” per reagire ai suoi attacchi e arginare il suo potere distruttivo.

Contro-manipolare il manipolatore è l’unico modo di ottenere da lui una parvenza di “rispetto” e riportare il rapporto su un piano più civile e meno malsano.

Il potere dell’indifferenza

La prima tecnica fondamentale di contro-manipolazione è mostrarsi indifferenti, anche quando, purtroppo, non lo si è affatto. Bisogna tenere al minimo l’emotività e puntare tutto sulla razionalità, per quanto il manipolatore cerchi di confondere le acque e annebbiarvi le idee.

La vostra indifferenza lo destabilizzerà profondamente. Cercherà allora di farvi sentire in colpa, accusandovi di egoismo, cattiveria, insensibilità. Per quanto possa mostrarsi sicuro di sé, aspetterà con ansia una vostra reazione, per rassicurarsi di avere ancora il suo ascendente su di voi.

Questo è il momento di tenere duro, di essere inflessibili. La cosa migliore è rispondere ad ogni sua accusa con aria di sufficienza (pensa quello che ti pare), non provare a farlo ragionare, né a convincerlo di nulla. Ci avete già provato abbastanza: è perfettamente inutile e significherebbe restituirgli lo scettro del potere.

Tagliare corto

Una tecnica fondamentale per contrastare la manipolazione è “tagliare corto”. Il manipolatore è un maestro nel deviare la conversazione, saltare da un discorso all’altro, rimanere nel vago, sostenere tutto e il contrario di tutto.

Tipicamente il manipolatore proietta fuori di sé quello che appartiene a lui: accusa gli altri di essere aggressivi, in malafede, egoisti, opportunisti. Queste caratteristiche vi ricordano qualcuno?

Non uscirete mai “vincenti” da una discussione con lui usando l’onestà e la logica, perché per il manipolatore parlare non è confrontarsi su un piano di realtà, ma vincere ad ogni costo, negando le evidenze e usando una pseudo-logica che fila solo apparentemente. Meglio risparmiare il fiato.

Un pizzico di ironia

Un’altra tecnica molto efficace di contro-manipolazione è l’ironia: usare un tono ironico, sarcastico, distaccato, mostrerà chiaramente al manipolatore che non vi interessa più quello che pensa, che le sue manovre non hanno più presa su di voi.

Quando il manipolatore si renderà conto di aver perso il suo potere, si distaccherà da voi, ma in segreto vi rispetterà e, a qualche livello, vi temerà, perché l’unico linguaggio che conosce nelle relazioni affettive è quello del dominio e del potere.

Meno autenticità, zero sensi colpa

Se nelle relazioni “normali” l’autenticità, la sensibilità e l’onestà sono apprezzabili e vantaggiose, nella relazione con un manipolatore sono punti deboli di cui lui si approfitterà. Qualsiasi confidenza, qualsiasi dimostrazione di vulnerabilità, saranno usate contro di voi.

Meglio mostrarsi sicuri, inflessibili. È molto importante non aprire a nessuna negoziazione, dire “no” alle sue richieste, senza alcun senso di colpa. Se capirà di non avere presa su di voi, demorderà e rispetterà i limiti che avete imposto.

Di fronte alla sua insistenza, si può usare la tecnica del “disco rotto”: ripetere il vostro rifiuto, sempre con le stesse parole, senza aumentare il volume e soprattutto senza giustificarvi o mostrarvi emotivamente scossi.

Non rimpiangere il legame

La cosa più difficile da affrontare, nel momento in cui il manipolatore prenderà le distanze da voi, e voi da lui, è il senso di perdita, accettare di rinunciare ad un legame per voi importante, o a qualche livello “utile”, ma i vantaggi sono infinitamente maggiori dei presunti svantaggi.

L’affetto del manipolatore non è incondizionato, tutto quello che vi dà è finalizzato a un suo tornaconto, anche se non materiale, psicologico, affettivo, “sociale”. I vantaggi emotivi o pratici che credete di ricevere li pagate ad un prezzo troppo alto.

La relazione con il manipolatore, infatti, è sempre malsana, mina l’autostima, la coerenza del pensiero, il benessere psicologico e perfino la salute fisica: sono grandi gli “effetti collaterali” anche livello psicosomatico.

L’uomo moderno non si sente mai così individuo come quando fa le stesse cose che fanno tutti.
(Nicolás Gómez Dávila)

Seguimi su Instagram