Tipologie di amore che amori non sono

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Teresa Colaiacovo - Tipologie di amore che amori non sono

“….E l’amore ha l’amore come solo argomento
E il tumulto del cielo ha sbagliato momento…” F. DE ANDRE’

Ascolto storie, alcune parlano d’amore, altre di autostima, di ricordi infantili traumatici ed in ognuna c’è un dolore… a volte soffocato da meccanismi di difesa più o meno raffinati, in altre il dolore viene verbalizzato o somatizzato.

Non esiste una gerarchia del dolore, ma oggi voglio riassumere in breve la mia esperienza circa le modalità di amore che possono ferire.

1) AMORE OSSESSIVO

qui si può rileggere per una maggiore comprensione gli stili di attaccamento di BOWLBY. https://www.teresacolaiacovo.com/relazioni/clinica/sessuologia/come-nascono-i-rapporti-sentimentali-dalle-relazioni-del-bambino-a-che-eravamo-alle-relazioni-dell-adulto-a-che-siamo-e-la-dipendenza-affettiva.html

L’amore ossessivo si addice a chi ha sviluppato uno stile di attaccamento ansioso ambivalente [1]questa tipologia di amore farà si che uno dei due partner possa provare una sorta di sentimento folle facendosi trascinare nel vortice della passione. In realtà andrà incontro a proiezioni e idealizzazioni eccessive del partner che alla lunga ripresenterà ma dei tratti caratteriali che egli stesso odia.

2) AMORE DIPENDENTE

Qui l’amore non è un sentimento spontaneo ma indotto in qualche modo da un bisogno. Chi soffre di dipendenza affettiva senta la necessità di avere il partner vicino, mentre, chi ama in un modo sano può stare a distanza anche per lunghi periodi certo ne avranno nostalgia ma riuscirà a sentirsi tranquillo.

 

 

3) AMORE EVITANTE

Chi prova questa tipologia di amore e particolarmente soggetto alla finzione per proteggersi.

Queste persone non hanno sviluppato una sicurezza emotiva, così finiscono per vivere la coppia e l’amore con un freno a mano tirato. Desiderano l’amore ma lo vivono come un limite al loro desiderio di autonomia e autosufficienza. La persona riesce a mostrare amore ma solo quando non è nella coppia, un partner evitante riesce meglio a lasciarsi andare con un partner già sposato che con un partner motivato e innamorato.

4) AMORE BORDERLINE

Questa tipologia di amore non è collegato esclusivamente alla personalità con disturbo borderline , ma appartiene a chiunque abbia in sé la paura della solitudine e dell’abbandono .

Chi soffre di disturbo borderline della personalità tende ad avere uno stile di attaccamento disorganizzato che si configura con una sorta di amore ossessivo e ciclico

E’ importante evidenziare che in queste persone è radicata una profonda paura della solitudine così finiscono per avere legami invischiati una la relazione diventa un contenitore atto a raccogliere e a coprire la semplice paura di rimanere da soli.

5) AMORE PATOLOGICO

Questa tipologia di amore è associata ad una personalità che non è riuscita ad interiorizzare il concetto di amore probabilmente perché non ne ha mai ricevuto. Queste persone spesso sono incapaci di scegliere partner affidabili e si lasciano coinvolgere in relazioni che possono diventare distruttive con persone spesso aggressive. Appartenente, sempre a questa categoria, ci sono persone che possono dar vita a relazioni improntate su modalità comunicative violente fredde presentandosi come partner abusanti o maltrattanti questo fa sempre parte dell’amore insano.

6) AMORE RASSEGNATO

Capita spesso nella mia esperienza clinica di vedere questa tipologia di amore soprattutto in coppie di lunga data, in questo caso uno dei due partner o entrambi pensa che quello che c’è nella coppia sia amore, che in fondo tutte le coppie arrivano a quel punto e che, in ogni caso la passione con il tempo è destinata a svanire. Questa persona vede più conveniente distorcere l’intero concetto di amore piuttosto che accettare la fine della sua relazione. Questa modalità di amore è rintracciabile in coppie mature, in coppie sposate dove uno dei due partner o entrambi non riesce ad accettare la fine dell’amore e della relazione così vive in una continua dissonanza cognitiva.[2]

7) AMORE ACCUDENTE

Il soggetto che vive in una relazione del genere è stato trascurato durante la sua età evolutiva e così, per compensare, si ritrova partner con disturbi emotivi o difficili e la missione diventa quella di guarirli. Non si tratta di amore perché il soggetto in questione, a causa delle sue pregresse carenze affettive, tende a compensare il suo vissuto, quindi il suo vuoto personale, attraverso un’identificazione con il partner punto il tentativo di salvare il partner in realtà coincide con un tentativo interiore di salvare se stesso da un passato che non ha elaborato.

 

8) AMORE PER MISSIONE

Chi vive l’amore per missione porta avanti una relazione come se fosse un impegno che prescinde dalla passione, dall’intimità o dall’autenticità.

Uno dei motivi può essere quello di non voler accettare un fallimento, forse perché hanno idealizzato il concetto di coppia, famiglia o perché temono di vivere la fine della storia come un tragico fallimento personale. Spesso, queste relazioni vanno avanti a scapito dei figli e del partner stesso.

9) AMORE CODIPENDENTE

È un modello molto comune soprattutto quando nella coppia il partner soffre di un disturbo narcisistico, borderline e talvolta anche evitante. Il sottomesso non deve necessariamente soffrire di un disturbo di dipendenza, semplicemente essere incline alla sottomissione questo si collega ad una bassa autostima di sé e al credere di avere una personalità fragile.

chi ha una bassa autostima sente il bisogno di essere guidato,non sentendosi capace di prendere decisioni, finisce con il legarsi con persone dominanti, prevaricatrici e che finiscono per gestire la loro vita assottigliando ulteriormente la loro autostima. In questa tipologia di coppia non c’è amore perché non esiste la reciprocità.

10) AMORE LIMITANTE

Questa tipologia di amore frena la crescita emotiva a volte anche professionale di uno o di entrambi i componenti della coppia.

in questo sistema, la coppia vive un rapporto chiuso soffocando ogni possibilità di crescita. L’amore di questo tipo, generalmente caratterizzato da forte possesso e gelosia, è spesso destinato a soffocare la coppia si arriva in qualche modo a separarsi, fatta eccezione poi se subentra un legame di dipendenza affettiva o codipendenza.[3] ** ** In ogni fase di un rapporto di coppia, soprattutto se lungo, esistono diversi di compiti di sviluppo e quando uno dei due partner frena la fase di sviluppo dell’altro ci può essere quello che in gergo viene definito tradimento nella coppia.

11) INNAMORAMENTO

Questo appartiene alle prime fasi di un rapporto di coppia, in questa prima parte nella coppia non c’è molta autenticità e le relazioni basate su questa forma d’amore, laddove non ci siano passaggi evolutivi, sono destinate a spegnersi nel giro di pochi mesi, a meno che non subentri la dipendenza affettiva o la paura della solitudine. I partner non si conoscono abbastanza e tendono a mostrare solo la parte migliore del proprio carattere. L’amore non ha una sua forma ben delineata: si dovrebbe parlare di passione ma non amore. Freud stesso definiva l’innamoramento come una psicosi buona, proprio perché i neurotrasmettitori come dopamina serotonina noradrenalina fanno sì che la persona in qualche modo si leghi all’immagine di sé che proietta sull’altro, questa fase dell’amore, se così si può definire, ha una durata limitata se poi il rapporto, depurato dalle reciproche proiezioni, continua , allora si potrà realmente vedere il partner per ciò che è anche perché lo stesso organismo raggiunge a livello neurofisiologico una sorta di omeostasi.

 

 

In tutto ciò mi viene in mente una frase: “… quando sento parlare di amore tossico mi vengono i nervi.se è tossico virgola non è amore punto non può esserlo, perché l’amore è un’energia che non avvelena punto al contrario: crea, unisce, getta ponti; Quando investe un essere umano virgola non lo spinge a chiudersi nel proprio minuscolo ego, ma spalancarsi verso l’esterno, abbandonandosi alla meraviglia della scoperta e della cura dell’altro..” M. GRAMELLINI



[1] I bambini con stile insicuro-ambivalente (C) mostrano un attaccamento marcato nei confronti del genitore e tendono ad essere maggiormente centrati sulla relazione che sull’esplorazione del mondo.

Non hanno la certezza che il caregiver sia disponibile a rispondere ad una richiesta di aiuto e per tale motivo l’esplorazione dell’ambiente circostante appare incerta, esitante e connotata da ansia: il bambino appare incline ad angoscia da separazione..

Questo stile è il risultato di una figura di attaccamento che è disponibile in alcune occasioni ma non in altre e nei confronti della quale sono avvenute frequenti separazioni.

I bambini con tale modalità di attaccamento sono insicuri nell’esplorazione del mondo, hanno ansia da abbandono, incapacità di sopportare distacchi prolungati, sfiducia nelle proprie capacità e la convinzione di non essere amabili.

 

[2] La dissonanza cognitiva descrive la complessa elaborazione della mente umana quando si trova a dover gestire credenze, nozioni, opinioni in contrasto e in contraddizione funzionale tra di loro.

L’essere umano tende a essere coerente con se stesso nel modo di pensare e di agire, uniformando a tali criteri di coerenza il proprio stile di vita, le scelte, le opinioni politiche e sociali.

Se la ricerca di coerenza/consonanza è la norma, tutte le eccezioni a questa generalità sono chiamate incoerenze che, con più o meno successo, le persone cercano di ridurre e razionalizzare.

Esempio classico: “So che il fumo fa male alla salute”. Per diminuire il disagio che si avverte quando si continua a fumare, si riduce la dissonanza, giustificando il comportamento con:

· fumare aiuta a concentrarsi, è piacevole

· non è provato che il fumo faccia poi così male

· si vive una volta sola

· se si smette di fumare, si mangia di più e poi si ingrassa

Quando la dissonanza è presente, oltre che ridurla, la persona eviterà attivamente situazioni e conoscenze che potrebbero aumentarla.

Il termine dissonanza può essere sostituito da altre parole quali squilibrio, incoerenza o contraddizione.

I termini dissonanza/consonanza si riferiscono sempre alle cognizioni che una persona sa di se stessa, del suo comportamento, del suo ambiente e di quanto appreso o esperito dalla nascita e in continuo divenire. Sono, come dice Festinger “consapevolezze”. Consapevolezza di se stessi, di ciò che si fa, di ciò che si sente, di ciò che si vuole, si desidera, di ciò che si è.

Altri elementi di consapevolezza riguardano, invece, il mondo, l’ambiente in cui si vive: che cosa è un luogo, che cosa conduce un evento a qualche altra cosa (conseguenze, interazioni tra due e più elementi), quali sono le cose soddisfacenti o piacevoli, quali invece le negative o le dolorose, le illogiche o le coerenti, cosa è importante e cosa non lo è.

Spesso questi elementi/cognizioni sono posti in coppia.

Solitamente le persone non sostengono opinioni, credenze valori, atteggiamenti che non ritengono corrette e coerenti tra di loro.

 

 

[3] Karen Horney, nel 1941, parlava di personalità “moving toward” per descrivere quelle persone che “soccorrono gli altri per districare i propri vissuti irrisolti”. Qualcosa di simile alla codipendenza. Tra la fine degli anni 70 ed i primi degli 80, i termini “co-dependent” o “co-alcoholic” erano utilizzati per descrivere il comportamento delle partner degli alcolisti (Westermeyer, 2005).Le osservazioni compiute nell’ambito dei primi gruppi di auto-mutuo aiuto suggerivano che il comportamento premuroso manifestato da alcuni familiari e coniugi potesse favorire l’alcolista o il tossicodipendente a continuare ad utilizzare la sostanza. Per questo motivo i familiari cominciarono ad essere sistematicamente inclusi, ove possibile, nei trattamenti, secondo opportune modalità.il termine codipendenza è stato impiegato per descrivere una relazione d’amore nella quale la persona resta nel legame esclusivamente perché il partner ha bisogno di lui/lei. Nella codipendenza il bisogno che l’altro mostra diviene il vincolo e la condizione di stabilità e continuità del rapporto (Westermeyer, 2005). I partner dei codipendenti non sempre riferiscono di essere innamorati, è possibile rilevare la presenza di sentimenti ambivalenti. Da una parte apprezzano ciò che il partner fa per loro, ma dall’altra percepiscono tentativi di controllo. In questi casi la relazione può non essere equilibrata, ma oscillare tra sottomissione e desiderio di affrancarsi (Lyon & Greenberg, 1991).Alcuni studiosi hanno approfondito il tema della codipendenza arrivando a individuare le seguenti caratteristiche come descrittive delle persone che ne sono caratterizzate (Mellody et al., 1989):

1. Difficoltà a stabilire confini definiti con il/la partner;

2. Difficoltà a riconoscere i propri bisogni e la propria individualità;

3. Persistenza nel prendersi cura dei bisogni e desideri altrui a discapito dei propri;

4. Difficoltà nell’esprimere e vivere la realtà in maniera moderata, andando in direzione di eccesso in ogni espressione del sé.

È importante sottolineare che il termine “codipendenza”, ad oggi, non è utilizzabile in senso diagnostico, ma descrittivo: è una condizione subclinica che può essere episodica/situazionale. Se in una relazione un partner si comporta da codipendente, non è detto che impieghi lo stesso modello comportamentale con altri partner!.

 

 

 

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