E se l'amante è incinta? Il tradimento che diventa rapporto

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Teresa Colaiacovo - E se l'amante è incinta? Il tradimento che diventa rapporto

…Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l’empio, esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla…“ (Erri de Luca)

Luciano ha 37 anni, sposato da 5 con Camilla, non hanno figli ed iniziano un percorso di coppia perchè dice Luciano: “finalmente mi sono liberato da un peso che mi schiacciava ed ho confessato a Camilla che nonostante le voglia bene e voglia stare con lei, la tradisco da 3 anni con la segretaria dell’azienda di famiglia…” (NOMI E DETTAGLI SONO DI FANTASIA)

Camilla rimane rigida e non parla dopo l’esclamazione di Luciano, così chiedo a lei come la fa sentire e l’ha fatta sentire quest’affermazione.

Mi dice: “malissimo all’inizio, ma io non lavoro e senza Luciano non saprei che fare e dove vivere, aspetto che gli passi questa infatuazione..

Noto che Camilla, credo non con poca sofferenza, tenda a normalizzare la storia di Luciano, riducendola ad un’infatuazione, nonostante duri da 3 anni…

domando a Luciano come la fanno sentire le parole di Camilla e lui mi dice: “è sempre così..passiva… non gli importa niente, l’importante per lei è che io torni a casa la sera..”

chiedo a Camilla il perchè lei è qui oggi insieme a Luciano, la stessa domanda la faccio a lui ed entrambi mi dicono: “per salvare la coppia..”

Le costanti del tradimento

Cio’ che viene tradita e’ sempre la relazione, con la fuoriuscita da essa, che deve essere ridefinita, insieme ai soggetti, dopo che questo si e’ verificato.

A volte, puo’ accadere che vi sia una collusione piu’ o meno manifesta tra traditore e tradito, nel senso di una collaborazione piu’ o meno attiva tra i due, al punto che, in alcuni casi, uno dei due puo’ spingere in tale direzione e fingere di non esserne a conoscenza.

Il tradimento e’ potenzialmente presente in ogni forma di comunicazione, nella misura in cui qualsiasi messaggio e’ interpretabile in innumerevoli modi, a seconda dei soggetti coinvolti nella comunicazione e del tipo d’interazione che intercorre tra loro.

I malintesi, i fraintendimenti rappresentano la rivelazione della rottura di un’intesa reciproca, in cui l’altro appare nella sua ‘, come uno sconosciuto.

Affinche’ si possa parlare di tradimento, esso deve essere percepito e definito come tale da chi ne e’ coinvolto. Anche se non e’ possibile dimostrare la fedelta’, la lealta’, e’ possibile farlo per il tradimento. Esso viene a costituire una sorta di filtro, di chiave di ri-lettura di tutti gli eventi presenti e passati.

Nel corso di una relazione, i partecipanti mutano.

Tale mutamento, tuttavia, in alcuni casi, puo’ condurre all’allontanamento dei soggetti coinvolti, oltre che all’estraneita’ reciproca. Questo viene vissuto, il piu’ delle volte, come un tradimento. Solo nel caso in cui si accetta il cambiamento dell’altro, o lo si coglie come stimolo per mutare anche la relazione, non viene interpretato come tale.

Il tradimento e’ asimmetrico, dove per asimmetria si intende un divario tra le aspettative personali e la realta’ dei fatti, tra l’immagine dell’altro attesa e quella effettiva.

Il tradimento e’ asincrono.
Per il traditore, il tempo viene percepito come dilatato, per il tradito, invece, esso appare contratto, tutto si consuma in breve.

Chi tradisce, in alcuni casi, tende a collocare il proprio atto in una dimensione di atemporalita’, di sospensione, di rottura della continuita’, difficilmente ripristinabile.

Il dolore, per la persona tradita, nasce dal fatto che le azioni, i gesti che si pensava fossero rivolti ad un Noi, in realta’, si riferivano ad un estraneo. Il traditore e’ come se avesse vissuto un tempo doppio, della presenza e dell’assenza.

Il tradimento come mezzo di crescita?

Alcuni Autori, quali Hillman, sostengono il valore del tradimento subito, quale mezzo per la crescita e per la formazione dell’autonomia individuale.

E’ necessario infrangere la fiducia primaria, per permettere ai rapporti di evolvere, oltre che per imparare a distinguere l’Altro dal Se’, e per apprendere a fidare e a diffidare. Questo, inoltre, permetterebbe di acquisire la consapevolezza non solo di poter essere traditi, ma anche di essere dei traditori potenziali.

Altri Autori, d’altro canto, prendono le distanze da tale concezione pedagogica o educativa, in quanto ritengono che un tradimento agito con intenzionalita’ si definisce ‘inganno’ e, come tale, non puo’ avere alcuna valenza positiva sul processo della crescita.
Al contrario, invece, puo’ spingere irrimediabilmente verso il perpetrarsi di un circolo vizioso, in cui il tradito diventa, a sua volta, traditore.

In questo senso, sara’ necessario trasmettere, piu’ che la sfiducia, la fiducia, in modo da porre le condizioni per poterla trasmettere, a propria volta, alle generazioni successive.

La scoperta della possibilita’ di tradire e di essere traditi fa parte di un sano processo di crescita, ma questo e’ ben differente dal mettere in atto volontariamente un tradimento, nell’intenzione di favorire tale processo.

Sara’ proprio la fiducia di base, costruita e veicolata grazie alle prime relazioni con le persone significative per il bambino, cio’ che consentira’ di stabilire delle relazioni basate sulla fiducia reciproca.

I vissuti connessi al tradimento

A livello sociale e culturale, nel tempo, e’ stato costruito un profilo ‘tipo’ del traditore, connotato in modo estremamente negativo.

Anche la psicoanalisi tende a trattare il tradimento come una patologia, derivante da un difetto di socializzazione, come sintomo di una personalita’ disturbata che, in quanto tale, deve essere trattato.

Eppure, la netta distinzione netta tra traditori e traditi, caratterizzati da elementi specifici di personalita’, assolve alla funzione di voler a tutti i costi definire, incasellare e, in ultima analisi, distanziare da se’ il rischio di un tradimento, almeno potenziale, che puo’ riguardare qualsiasi individuo.

Il timore del tradimento, agito, o subito, implica la rottura di un legame sociale, rende consapevoli della fragilita’ e dell’incertezza che accomuna ogni forma di relazione.

Il tradimento, inoltre, e’ estremamente destabilizzante, in quanto mette in crisi sia la fiducia interpersonale, sia la fiducia in se stessi.

Il tradimento, con la sua imprevedibilita’, rende chi lo subisce, improvvisamente consapevole della vulnerabilita’ propria e dei rapporti umani che intreccia, nonche’ della propria dipendenza.

La dipendenza, a sua volta, richiama l’abbandono, inteso come perdita dell’immagine di se stessi da soli, insieme all’altro e dell’altro.

Il tradimento, a sua volta, suscita vissuti di autosvalutazione, di perdita dell’autostima, e, a volte, di vera e propria depressione. Ci si sente sminuiti, disprezzati, e, talvolta, anche colpevoli.

Nello specifico, esistono tre fasi nel tradimento:

- quella in cui viene fantasticato
- quella in cui viene agito
- quella in cui viene scoperto.


In seguito alla sua scoperta, in genere, i sentimenti, si presentano nel seguente ordine:

- la rabbia che, a volte, puo’ determinare la rottura definitiva della relazione;
- il desiderio di vendetta, che, tuttavia, non permette di elaborare quanto accaduto;
- la perdita dell’autostima, accompagnata al sentirsi svalutati, sminuiti, al senso di perdita della fiducia nei confronti dell’altro, cosi’ come della parte di se’ che gli era stata affidata.

L’imprevedibilita’

Quotidianamente, ci troviamo a dover convivere con una quota ineliminabile di imprevedibilita’ insita in noi stessi, negli altri e nei loro comportamenti.

Lo stabilire delle relazioni, il fare delle promesse porta con se’, inevitabilmente, anche il suo opposto, cioe’ la possibilita’ che queste vengano infrante.

Queste due facce della medesima medaglia fanno parte dei ‘rischi’ che la vita comporta. Non tutti, pero’, per vari motivi, si sentono in grado di affrontarli.

A volte, si tende a vivere ‘come se’ si conoscesse perfettamente l’altro e se stessi, come se si potesse sapere e prevedere tutto.

Il tradimento, a quel punto, rende improvvisamente consapevoli del fatto che l’altro non vive solo ed esclusivamente in relazione a noi, ma anche ad altri, che spesso neppure conosciamo, con la loro inevitabile diversita’.

Tradire se stessi puo’ rappresentare il tradimento della propria identita’ e dell’immagine che ci si e’ costruiti con gli altri, in quanto il nostro essere e’ essenzialmente relazionale.

L’inevitabilita’ della segretezza

All’interno di ogni relazione vi sono due moti contrastanti. Da una parte, verso al condivisione assoluta, dall’altra, verso la segretezza.

Molto intenso, quindi, puo’ risultare, a volte, il senso di tradimento, nel momento in cui ci si rende conto che l’altro ha celato parti di se’, all’interno della relazione.
Eppure, data l’impossibilita’ di conoscere pienamente l’altro, ma anche se stessi, ci si deve fidare dell’immagine che l’altro offre di se’, che vale sia per il qui e ora, sia per il futuro.

Il vissuto del tradimento sorge nel momento in cui ci si rende conto che l’altro non si e’ fidato pienamente di noi, oppure quando si scopre che egli possiede una vita ‘altra’ di cui non si era a conoscenza, prima di quel momento.

Il tradimento viene avvertito nel momento in cui si sente che l’altro ha tenuto qualcosa per se’, senza condividerlo.
Tutto questo, nonostante la ben nota convinzione, valida a cominciare da se stessi, in base alla quale e’ inevitabile conservare dei segreti relativi a noi stessi, che consentono di distinguere i confini tra se’ e l’altro. Nel momento in cui si sente che tali confini vengono minacciati, l’interazione stessa viene messa in pericolo.

La possibilita’ di conservare parti di se’ segrete rappresenta un’affermazione della propria autonomia, della propria liberta’.

Il vissuto della gravita’ del tradimento non e’ direttamente proporzionale all’importanza di quanto celato. Spesso, al contrario, quanto piu’ esso e’ irrilevante, tanto piu’ ci si sente traditi, perche’ ci si rende conto che l’altro ha preso le distanze.

I segreti necessari

In alcuni casi, vi sono relazioni che si rafforzano grazie alla presenza di segreti.
In altri casi, all’opposto, vi sono relazioni che si basano su una sincerita’ assoluta e in cui sono bandite tutte le forme di segreto.

Quest’ultima situazione e’ quella che espone maggiormente al rischio di tradimento.

In alcuni casi, ci si trova di fronte ad una necessita’, ad una richiesta, piu’ o meno implicita o esplicita, di continuare a celare un segreto, perche’ il peso del suo svelamento sarebbe eccessivamente gravoso per essere tollerato. e’ il caso, ad esempio, di alcuni malati terminali, oppure di coniugi traditi che, tuttavia, desiderano mantenere lo status quo, nonostante le evidenze.

In questi casi, la sincerita’ assoluta e’ quella che tradisce le attese, che mette di fronte a realta’ che l’altro non desiderava conoscere, almeno non in modo cosi’ esplicito.

E’ anche un gesto di aggressivita’ nei confronti dell’altro, una manifestazione del proprio potere nei suoi confronti.

Chiedo ad entrambi in cosa si sentono ANCORA coppia e mi dicono: “facciamo tante cose insieme, ci occupiamo del giardino che amiamo, usciamo per andare a teatro…”

indago la sfera sessuale ed emerge che non hanno rapporti, per scelta di Luciano, da 3 anni..Luciano mi dice: “io vorrei, ma il mio corpo non reagisce..”

in quel momento Camilla scoppia in lacrime e mi dice che vuole andarsene… la lascio andare e rimane solo Luciano che mi dice: “che ho detto di strano, anche perchè lo vede anche Camilla che il mio corpo non reagisce?

dico a Luciano che probabilmente il sentire queste parole dure, raccontate ad un’estranea hanno fatto reagire Camilla… e trovo che questa reazione possa essere per lei stessa un primo passo, un modo per non accettare passivamente le condizioni di Luciano.

lui mi dice: “dottoressa, io sono sempre stato fedele anche nelle mie storie prima di Camilla, e in qualche modo non riesco a tradire con Camilla la donna che frequento da 3 anni.. anche perchè lei è incinta… ecco questo non so come dirlo a Camilla…”

chiedo a Luciano come la fa sentire che la sua amante (utilizzo volontariamente questo termine) sia incinta, lui mi dice:“mi perdoni, ma il termine amante verso una donna che amo lo trovo sbagliato..lei è la donna della mia vita e nostro figlio è la cosa più bella che mi sia capitata..”

faccio da eco alle parole di Luciano restituendogliele e lui mi dice: “ che figura averle detto che volevo stare con mia moglie e addirittura salvare la coppia... in realtà voglio stare con Noemi…”

mi chiede come dirlo a Camilla e io gli dico: “in questi casi le parole sono pietre... forse sarebbe bene che ne parlaste qui con me in seduta e che Camilla facesse un percorso suo di supporto psicologico..”

Annuisce.

lo saluto con una frase: “…A volte rappresenta un tradimento peggiore verso la donna amata tenere tra le braccia lei anziché un’altra….” (Arthur Schnitzler)

BIBLIOGRAFIA

Andreoli V. Il tradimento del Se’ - Il Grillo, 14/06/2000,
online presso:
http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=694

Arendt H. La condizione umana - Bompiani, Milano, 1994

Argenteri S. Il tradimento nella coppia - Il Grillo, 13/06/2000,
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Hillman J. Puer Aeternus - Adelphi, Milano, 1999

Luhman N. Trust and power - John Wiley, New York, 1979

Simmel G. Sociologia - Edizioni di Comunita’, Milano, 1989

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