I 7 segnali di un rapporto infelice

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Teresa Colaiacovo - I 7 segnali di un rapporto infelice

“…In treno. Coppia sulla ottantina. Stesso sguardo tranquillo, stessa postura leggermente inclinata a sinistra, stessa mano appoggiata sul bracciolo. Il miracolo dei legami che resistono: quando il tempo finisce per farci assomigliare l’uno all’altra…”
(Roberta Scorranese)

Oggi volevo riflettere su ciò che ho imparato nella mia pratica clinica sulle relazioni oramai spente che spesso si celano dietro rapporti che in qualche modo appaiono più o meno sani.

Sono molte le storie che ho ascoltato, alcune le ho viste concludere altre invece le ho viste continuare e in tutte quelli abusanti emotivamente c’è quasi sempre un alibi per non lasciare andare.

Le motivazioni che possono portare uno dei due partner a rimanere in un rapporto che spesso rende infelice più che sereno sono legate alla dinamica di attaccamentoche merita un lavoro terapeutico approfondito.

Le motivazioni:

· Il partner promette che cambierà

· Il partner ha il controllo economico ed è difficile svincolarsi

· Il partner fa sentire l’altro in colpa, minacciando per sé o per l’altro gesti lesivi

· Figli, mutuo, animali domestici, casa

· Paura che sia troppo tardi per cambiare

· Paura di deludere le aspettative familiari

· Fino a quando non “volano i piatti”, si ci accontenta di un apparente equilibrio.

Tra queste c’è la storia di Vito, impiegato di 58 anni, che viene da me per elaborare la perdita della madre.

È un uomo chiuso, composto, sposato da 20 anni e con due figli adolescenti ed una moglie di cui parla poco.

Durante le sedute mi racconta delle sue passioni, della sua infanz8ia, del gatto di famiglia.

Mi dice cha ha tradito 4 volte la moglie, ma sempre storie con poco coinvolgimento emotivo, eccetto l’ultima.

Mi descrive la ex amante come una ragazza br8illante, colta, bella, giovane… mi dice che a lei ha raccontato più cose della sua vita che alla moglie, con questa ragazza si sentivano ore ed ore, messaggi su messaggi…

Mentre mi raccontava di questa storia pensavo: “ ma in tutto ciò dov’era la moglie?”

Come se lui mi stesse leggendo nel pensiero mi dice che con la moglie andava tutto bene, eccetto il sesso, non s8i ricordava l’ult8ima volta che l’aveva desiderata… lei era la madre dei suoi figli.

Questa ragazza, mi dice, era tutto quello che un uomo può sognare, ma lo spaventava e poi a casa sua “non volavano i piatti” e nessuno della sua famiglia si sarebbe aspettato da lui che sfasciasse la famiglia e poi era lui in casa ad avere lo stipendio e non è semplice separarsi cosi.

Mi parla di tutto con freddezza, dicendomi che per lui il passato è passato e conclude i rapporti in modo definitivo.

Gli chiedo: “ e se questa ragazza ri-apparisse farebbe qualcosa di diverso oggi?”

Mi dice in maniera perentoria di no, che sta aspettando la pensione per dedicarsi ai suoi hobby.. e mi dice, quasi sottolineandolo, che lui non si annoia mai.

Mi racconta di un fumetto che aveva disegnato e che non aveva mai pubblicato, quando era all’università, ce l’aveva lì nel cassetto… gli chiedo cosa c’è in quel cassetto oltre al fumetto non pubblicato… mi risponde che ci sono i suoi sogni che oramai gli fanno compagnia così come la fantasia.

Aggiunge che anche quella ragazza si interessava ai suoi sogni… ma oramai era tutto lontano perché viveva bene così.

Gli faccio eco dicendogli: “tanto non volano i piatti…” e lui mi dice: “esatto…mio figlio sta prendendo la patente e quando si sposerà voglio esserci…”

Lo saluto con una frase a me cara:

“..Sta come un pesce
che ignora l’oceano
l’uomo nel tempo….”

(Issa Kobayashi)

 

 

 

 

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