Le 9 caratteristiche del disturbo narcisistico di personalità e le sue contradizioni

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Teresa Colaiacovo - Le 9 caratteristiche del disturbo narcisistico di personalità e le sue contradizioni

“…Quando la scienza scoprirà il centro dell’universo, un sacco di persone saranno dispiaciute nello scoprire che non sono loro…”
(Bernard Baily)

Spesso nella mia pratica clinica sento parlare sia da uomini che da donne di aver avuto partner narcisisti. Quando chiedo loro la descrizione e la tipologia del rapporto mi rendo spesso conto che c’è una grande confusione tra la patologia psichiatrica, nonché il disturbo di personalità narcisistico, e tratti narcisistici che in qualche modo possono riguardare ciascuno di noi in maniera più o meno sovente.

Qual è il significato del termine narcisismo?
In ambito psicologico quando parliamo di narcisismo ci riferiamo a un costrutto teorico molto complesso e antico. Sigmund Freud è stato uno dei primi studiosi a occuparsi di questo tema. Per il padre della psicanalisi il narcisismo è una posizione in antitesi con un’evoluzione matura, una fase infantile che deve essere superata. In altre parole, è l’investimento libidico su di sé che opera un bambino all’inizio della sua vita: fa uso della madre e del padre per nutrirsi e sopravvivere.
Nel tempo, il concetto di narcisismo ha attirato l’attenzione di altri grandi studiosi. I più famosi sono Heinz Kohut e Otto Kenberg. Le loro teorie rispecchiano due posizioni che oggi chiamiamo “narcisismo covert” e “narcisismo overt”. Da una parte, cioè, un narcisismo più introspettivo e con aspetti depressivi (teorizzato da Kohut) e dall’altra un narcisismo grandioso (tesi di Kenberg) con modalità che risultano più evidenti a un occhio esterno.

È vero che abbiamo tutti dei tratti narcisistici?
Sì. Tutti abbiamo una personalità fatta da tratti e da uno stile prevalente. I tratti di personalità sono tantissimi, tra questi, ci sono anche quelli narcisistici: in alcune persone possono essere marcati, in altre regolati, in altre ancora sono deficitari. Esiste un corollario di tratti di personalità che insieme creano la nostra unicità. Ogni personalità è come un’impronta digitale.

Quando si parla di disturbo narcisistico di personalità?
Se c’è un irrigidimento dei tratti narcisistici che comporta una compromissione del benessere, delle relazioni e del proprio sviluppo allora si potrebbe parlare di disturbo narcisistico di personalità. Dobbiamo sottolineare, però, che è molto difficile che una persona con un disturbo narcisistico di personalità sia uguale a un’altra con la stessa diagnosi.

quali sono i tratti principali della personalità narcisistica?
Una delle principali caratteristiche della personalità narcisistica riguarda un’autostima deficitaria e il modo in cui si tenta di regolarla: attraverso l’ammirazione esterna. Per una persona con questa diagnosi, però, è molto difficile accedere alla parte di sé considerata fragile; c’è la tendenza, quindi, a negare la propria carenza di autostima. Sulla base di questo, la persona vive stati d’animo dolorosi, può nutrire invidia per l’altro e sperimentare l’incapacità di provare gratitudine in maniera autentica.

 

Nel linguaggio comune si parla spesso di “vittime” e “carnefici” in un contesto relazionale che coinvolge una persona con una (presunta) personalità narcisistica. È corretta questa distinzione?
Chi ha sofferto per via di una relazione difficile e dolorosa, per tutelarsi, può fare questa semplificazione: “tu sei il cattivo, io sono quella buona”. La persona narcisista ha delle caratteristiche che possono far pensare che sia cattiva, basti pensare alla difficoltà di entrare in empatia con gli altri. “Non è empatico, non sa provare amore sincero e autentico per gli altri, quindi è cattivo”: no, è impossibilitato dal suo disturbo. Detto questo, è possibile che uno dei partner additati tra i cattivi abbia un disturbo narcisistico? Certo che sì, è possibile, ma non è ovvio. Invece, spesso, viene dato per scontato.
In un contesto relazionale è, dunque, improprio parlare di vittime e di carnefici – a esclusione di situazioni in cui ci sono episodi di violenza ed è necessario indicare il responsabile e tutelare chi subisce abusi.
Il lavoro di noi psicologi è capire qual è la dinamica in corso. Se una persona si pone in una posizione passiva e sopporta delle condizioni molto sofferenti, questo ci dice qualcosa del suo funzionamento. Forse è incapace di capire quali sono dei segnali di allarme? È impossibilitata a mettersi in protezione? Se sì, sarebbe opportuno fare un lavoro introspettivo sulla persona piuttosto che spostare l’attenzione sull’altro e additarlo come “carnefice” a scapito di persone che soffrono a causa di un disturbo.

C’è la tendenza a pensare che il narcisismo riguardi solo gli uomini, e le donne?
I disturbi di personalità si manifestano in maniera peculiare in base all’età, il genere e il luogo del mondo. Per quanto riguarda il disturbo narcisistico di personalità per il DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è più prevalente nei maschi (50/75%) rispetto alle femmine (50/25%). Quindi non c’è tantissima differenza.

Come possiamo relazionarci con una persona che ha ricevuto una diagnosi di disturbo narcisistico di personalità? Di quali consapevolezze abbiamo bisogno?
Intanto, non generalizziamo. Come abbiamo detto prima, le persone con diagnosi di disturbo di personalità narcisistica non sono tutti uguali. Voglio sottolineare che non ci sono dei manuali su come comportarsi. Le risposte preconfezionate: “quello è narcisista quindi devi comportarti così” sono sbagliate dal punto di vista procedurale. Ciò che possiamo fare è tenere in considerazione che abbiamo davanti una persona molto fragile che non lo ammetterà mai e, anzi, mostrerà l’esatto opposto. E se dovesse arrivare ad ammetterlo, in seguito a un percorso di consapevolezza, consiglierei di dare tantissimo valore a quel momento.
Dal punto di vista pratico mi sento di consigliare di muoversi in punta di piedi quando si parla di autostima, risultati, successi, paragoni o caratteristiche estetiche perché siamo in un campo minato e la persona potrebbe irrigidirsi se sentisse che la sua autostima e il suo valore potrebbero essere sotto minaccia.

Cosa dovrebbe cambiare nella narrazione del narcisismo per renderla più inclusiva nei confronti di chi ha questa diagnosi?
Attualmente io direi di smetterla di parlarne nelle sedi e nei contesti non appropriati. Soprattutto, dobbiamo smettere di usare la parola “narcisista” come offesa o come sinonimo di “stronzo”.
Non dobbiamo dimenticare che si tratta di questioni molto delicate perché riguardano il modo in cui sono fatte le persone che soffrono. Le parole vanno maneggiate con consapevolezza, cura e attenzione.

Per poter fare diagnosi di disturbo narcisistico di personalità sono necessarie almeno 5 delle seguenti caratteristiche:

1. Ha un senso grandioso di sé.

2. E’ frequentemente occupato da fantasie di successo illimitato, potere, gloria, bellezza o amore ideale.

3. Crede di essere speciale e unico e che può essere compreso solamente da altre persone speciali o persone con status elevato.

4. Ha bisogno di ammirazione eccessiva.

5. Si aspetta di essere sempre trattato in modo speciale.

6. Tende a sfruttare le altre persone per raggiungere i propri obiettivi.

7. Mostra deficit di empatia: fatica a riconoscere o identificare i sentimenti e i bisogni degli altri.

8. E’ spesso invidioso degli altri o crede che gli altri siano invidiosi di lui.

9. Si mostra arrogante nei confronti degli altri.

Narcisismo overt – grandioso

Il narcisismo overt o evidente, detto anche sottotipo grandioso, corrisponde alla descrizione canonica del DSM-5 e viene quindi riconosciuto più facilmente. Presenta una manifesta grandiosità, ricerca di attenzione, arroganza e una poco osservabile ansia di tratto. Questi individui possono essere risultare affascinanti, nonostante manifestino scarsa attenzione nei confronti dei bisogni degli altri.

Il narcisismo overt si presenta arrogante e dominatore, fatica a costruire relazioni soddisfacenti e tende ad essere manipolatorio. Risulta infine molto centrato su se stesso e poco sensibile ai bisogni degli altri. Le manifestazioni del disturbo sono manifeste e visibili, quindi più facilmente identificabili, facilitando la diagnosi e il riconoscimento.

Narcisismo covert – nascosto

Il narcisismo covert o nascosto, detto anche sottotipo vulnerabile, si caratterizza invece per una maggiore vulnerabilità e fragilità. Chi ne soffre viene descritto come individuo inibito, sofferente, ipersensibili alla valutazione degli altri. Nelle relazioni sociali si dimostra spesso timido, apparentemente modesto, e introverso.

Anche nella variante covert, il soggetto narcisista tende ad essere eccessivamente orientato su di sé e a coltivare, questa volta in modo coperto e non manifesto, idee di superiorità.

Cause del disturbo narcisistico di personalità

Le cause del disturbo narcisistico di personalità sono diverse e multisfaccetate. Alcuni studi sui gemelli hanno suggerito una predisposizione genetica allo sviluppo di tratti di personalità narcisistica (Jang et al., 1996). Tratti come l’aggressività, la ridotta tolleranza alle frustrazioni e una disfunzionale disregolazione emotiva sono infatti presenti in soggetti con disturbo narcisistico di personalità.

Inoltre esperienze negative precoci, esperienze di rifiuto da parte dei genitori o da parte dei pari, potrebbero favorire lo sviluppo di un sé fragile favorendo così lo sviluppo del disturbo in età adulta. All’opposto anche lodi eccessive, inclusa la credenza dei genitori che i loro figli abbiano abilità straordinarie, potrebbe favorire lo sviluppo di un disturbo narcisistico di personalità. Come per molte altre problematiche psichiatriche quindi, le cause sembrano riferirsi ad una interazione tra vulnerabilità biologiche ed eventi di vita avversi.

Comorbilità

Il disturbo narcisistico si personalità può manifestarsi in soggetti che presentano un’altra diagnosi psichiatrica. Il disturbo più frequentemente correlato al disturbo narcisistico è l’abuso di sostanze stupefacenti (Ronningstam, 2010). Inoltre il disturbo si manifesta frequentemente in comorbilità con altri disturbi di personalità, tra cui: disturbo antisociale, disturbo borderline di personalità, disturbo istrionico e disturbo schizotipico.

E’ infine frequente osservare in questa tipologia di pazienti sintomi depressivi o vere e proprie sindromi depressive, spesso collegate al mancato raggiungimento di alti obiettivi personali o professionali. La depressione può quindi essere interpretata come una reazione al narcisismo umiliato del paziente.

Nel caso in cui sia presente un disturbo narcisistico di personalità e un altro disturbo psichiatrico in comorbilità entrambi i disturbi devono essere trattati.

Importante è sottolineare che, prima di parlare di etichette o diagnosi, bisogna chiedersi il perché si entra in una relazione disfunzionale, in quanto a prescindere o meno dalla “patologia” dell’altro/a se un vestito ci è stretti vuol dire che non è della nostra taglia e va cambiato… la difficoltà nel cambiare i propri schemi di comportamento è un lavoro lungo, ma se: “Negli ultimi 33 anni, mi sono guardato allo specchio ogni mattina e mi sono chiesto: Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare ciò che sto per fare oggi? E ogni volta che la risposta è stata “No” per troppi giorni di fila, ho capito che bisognava cambiare qualcosa…”
(Steve Jobs)

 

 

APPRONDIMENTI

https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/3333/articoli/33021/

https://www.stateofmind.it/2016/04/covert-overt-narcisismo/

FIMOGRAFIA

https://youtu.be/m-EMcgG_W_o?si=be0BjopRhz_MzBjO

https://www.primevideo.com/-/it/detail/Mon-roi—il-mio-re/0QBTVPRW42FS1Y1HPPK7RWB234

https://programmi.sky.it/lamore-bugiardo-gone-girl

 

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