3 Caratteristiche del disturbo dipendente di personalità in una relazione e nella vita

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Teresa Colaiacovo - 3 Caratteristiche del disturbo dipendente di personalità in una relazione e nella vita

“…Se sei libero sei tu che crei il mondo; se non sei libero il mondo crea te!”
(Efim Tarlapan)

Danilo (37 anni, commercialista) ha iniziato un percorso psicologico con me perché (riporto in corsivo le sue parole) “ ho paura di essere abbandonato in ogni storia sentimentale, le mie relazioni hanno tutte una forte componente ansiosa… faccio di tutto per accontentare le mie partner perché così spero che non mi abbandonino.. Oggi sono abbastanza adulto e quindi ho capito che alla fine il problema è la mia dipendenza dai rapporti perché mi sento solo sempre..”

Mi racconta di aver bisogno sempre dell’assenso degli altri, di non riuscire a prendere nessuna decisione da solo e di aver paura della troppa libertà. Mi racconta, inoltre, che non è mai riuscito a svincolarsi dalla sua famiglia se non per andare a convivere con la patner del momento ed anche in quel caso aveva bisogno che la stessa gli stesse sempre accanto.

Con Danilo rileggo la sua storia familiare, lui è figlio unico, mi racconta di un legame molto stretto con la mamma che lo accontenta ancora oggi in tutto e di un rapporto abbastanza distanziante con il padre. Gli domandò com’è la coppia genitoriale ai suoi occhi e mi dice che se non fosse per la mamma i suoi genitori si sarebbero già separati.

Questa affermazione risuona molto in me, nella mia mente penso ad una sorta di similitudine tra Danilo e la mamma nel cercare di tenere stretta a sé l’altra persona.

Il disturbo dipendente di personalità è una modalità costante e disfunzionale di comportarsi, reagire e pensare nei confronti di se stessi e del mondo circostante. È caratterizzato da un bisogno pervasivo ed eccessivo di essere curati, che porta a comportamenti di sottomissione, dipendenza e paura della separazione.

Come riconoscere il disturbo dipendente di personalità

Chi è affetto da disturbo dipendente di personalità sperimenta generalmente difficoltà nel prendere decisioni quotidiane (ad esempio, cosa indossare o cosa mangiare) che le persone normalmente compiono senza sforzo o con poca riflessione, richiedendo costanti consigli e rassicurazioni. Si tratta di individui che concedono la responsabilità di molti ambiti della propria vita (dove vivere, ricerca del lavoro, scelta percorso di studi ecc.) agli altri e che evitano di esprimere disaccordo o creare conflitto nella relazione, poiché temono di perdere la relazione stessa.

Una persona affetta da disturbo dipendente di personalità stenta ad avviare progetti o a prendere iniziative autonome, si percepisce totalmente incapace di funzionare in modo indipendente e manca di sicurezza in sé stessa, presentandosi come “stupida”, inetta, bisognosa di guida e svalutando le proprie capacità. Se ha la certezza della supervisione e dell’approvazione altrui, può comunque agire adeguatamente.

Pur di ottenere supporto e cure, un individuo con disturbo dipendente di personalità può giungere a svolgere compiti scomodi o sgradevoli, sottomettendosi al volere dell’altro, anche qualora questi avanzi richieste insensate o compia azioni brutali, come violenze e abusi. Se si trova da solo, sperimenta un profondo disagio, dovuto alla convinzione di non sapere come prendersi cura di se stesso.

Quando una relazione intima finisce, chi è affetto da disturbo dipendente di personalità tende a ricercare con urgenza una nuova relazione che fornisca l’accudimento e il sostegno persi. Teme inoltre in modo irrealistico e costante di essere abbandonato e generalmente limita le proprie relazioni sociali alla persona da cui dipende.

 

La teoria dell’attaccamento concettualizza la tendenza dell’essere umano a costruire i legami affettivi con le figure genitoriali e spiega come da tali rapporti possano scaturire disturbi della personalità, difficoltà emotive o fenomeni di dipendenza relazionale.

 

Le interazioni precoci con le figure di accudimento capaci di fornire sostegno e protezione producono nel soggetto un senso di sicurezza nell’attaccamento, nel senso che la persona sviluppa sia un senso positivo ed autonomo di sé, sia una buona capacità di attribuire fiducia agli altri e di sviluppare relazioni soddisfacenti. Gli individui con un attaccamento sicuro, a differenza dei soggetti insicuri, presentano un maggior livello di autostima, un minor numero di tratti appartenenti al disturbo dipendente di personalità, atteggiamenti esplorativi ed autonomia in ambito lavorativo, migliori capacità di adattamento e di problem solving. Di fronte ad eventi stressanti e problematici, i soggetti con attaccamento sicuro mostrano capacità di autoregolazione: ciò significa che essi sono in grado di rassicurare se stessi e di regolarsi autonomamente a livello cognitivo, comportamentale ed emotivo in maniera consona all’evento. Nel caso del disturbo dipendente di personalità, il soggetto vive relazioni in cui è regolato sull’altro poiché incapace di regolare da solo i propri stati psicologici, emotivi e comportamentali. Ciò implica che l’altro non possa, a sua volta, regolarsi in autonomia senza doversi far carico del partner dipendente.

Le persone con disturbo dipendente della personalità presentano un profondo senso di insicurezza circa le proprie risorse, ritengono di necessitare costantemente di accudimento e sostegno, mostrano comportamenti sottomessi, delegano agli altri la responsabilità delle proprie scelte, temono di essere abbandonate e sono disposte a fare cose spiacevoli oppure a subire le prepotenze (addirittura la violenza psicologica o fisica) altrui pur di non rimanere sole. Ciò le rende soggette anche a vivere relazioni basate sull’abuso e lo sfruttamento. Gli individui con questa patologia di personalità mancano di autodeterminazione e sono estremamente vulnerabili all’umore ed al comportamento altrui.

Il meccanismo di difesa prevalentemente utilizzato è la negazione. Principalmente, vengono negati gli impulsi aggressivi poiché, se venissero espressi, andrebbe a cadere il ruolo di sottomissione mettendo in pericolo la relazione.

La difficoltà del superamento del legame di accudimento

Il disturbo dipendente è correlato alla difficoltà del superamento del legame di accudimento ricevuto dalla famiglia. Le figure genitoriali, spesso, si presentano come intrusive, ipervigili, eccessivamente attente, spaventate dall’autonomia dei figli che viene vissuta e trasmessa come un tradimento ed un pericolo. Si instaurano nella relazione dei subdoli meccanismi di ricompensa e gratificazione nel momento in cui il figlio si mostra fedele al genitore, così come emergono atteggiamenti di disapprovazione in concomitanza di episodi di indipendenza ed individuazione. La comunicazione implicita di questo modello relazionale è che crescere ed assumere una propria identità separata da quella genitoriale significa perdere il legame materno. Il soggetto, fin da bambino, capisce di doversi obbligatoriamente riferire agli altri di fronte ad ogni circostanza castrando ogni tentativo di ricerca di risorse personali, le quali dovrebbero servire ad acquisire sicurezza e sostegno per la formazione del sé. L’individuo si rivolge all’esterno perché è incapace di autodeterminarsi, vale a dire che non è in grado di riconoscersi una identità propria. Esiste anche il caso di soggetti con disturbo dipendente cresciuti in famiglie non eccessivamente controllanti ed invasive, quanto piuttosto svalutanti nei loro confronti. In questo caso, l’individuo, attribuendosi di riflesso poco valore, tende a ricercare legami in cui può assumere un ruolo, anche se di vittima.

Nel determinare uno stile dipendente, vi è anche l’importanza dieventi accidentali,come, ad esempio, un precario stato di salute o un prolungato periodo di malattia del figlio, che insinuano nel genitore un esagerato atteggiamento di apprensione e controllo.

Ad un certo punto del percorso Danilo mi dice che ogni sua partner lo ha lasciato perché in lui vedeva una dipendenza affettiva, lo percepivano morboso.

Gli indicatori e i sintomi che permettono di svelare l’esistenza di una dipendenza affettiva sono i seguenti:

  • terrore dell’abbandono e della separazione
  • evidente mancanza di interesse per sé e per la propria vita
  • paura di perdere la persona amata
  • devozione estrema
  • gelosia morbosa
  • isolamento
  • incapacità di tollerare la solitudine
  • stato di allarme e di panico davanti alla minima contrarietà
  • assenza totale di confini con il partner: la relazione è simbiosi e fusione
  • paura di essere se stessi
  • senso di colpa e rabbia

 

in questa fase del percorso Danilo è solo ed ha molta paura, ma stiamo lavorando sulla ri-scoperta dei propri bisogni e su come ri-appropriarsi della sua identità.

Durante la scorsa seduta mi dice: ma non è troppo tardi oggi per avere un’identità? Ormai sono uno “zaino” per tutti… non crederebbero in un Danilo diverso…

Gli rispondo con una frase che ho letto tempo fa: “Bisogna sempre avere il coraggio delle proprie idee e non temere le conseguenze perché l’uomo è libero solo quando può esprimere il proprio pensiero senza piegarsi ai condizionamenti.
(Charlie Chaplin)

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