I vantaggi e gli svantaggi di una terapia online: il vero viaggio è nella mente. il caso di un intervento bariatrico.

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Teresa Colaiacovo - I vantaggi e gli svantaggi di una terapia online: il vero viaggio è nella mente. il caso di un intervento bariatrico.

“…Il nostro vero viaggio nella vita è interiore, è questione di crescita, di approfondimento e di resa sempre più grande all’azione creativa dell’amore e della grazia nei nostri cuori…” T. MERTON

Flavia ha 46 anni e devo sostenere un importante intervento bariatrico [1](nomi e dettagli sono di fantasia) si interfaccia ha me perché sente di aver bisogno di un supporto psicologico che la aiuti nella gestione delle paure pre e post trattamento.

Esordisce dicendomi: “non so se un percorso online può essermi di aiuto, forse in presenza sarebbe meglio, ma ho difficoltà ad uscire di casa e diventerebbe uno stress…

Ecco. L’incognita: può funzionare un percorso online?

Da anni clinici ricercatori si stanno interrogando sulla fattibilità ed efficace degli interventi psicologici e psicoterapeutici a distanza, diversi contributi hanno messo in luce alcune criticità, legati agli strumenti del tecnologici, come per esempio:

  • Inibire la libertà di espressione del paziente. Per esempio, in casa ci sono altre persone che potrebbero sentire
  •  ostacolare la capacità di attenzione del Terapeuta.

Numerosi sono gli autori che considerano  l’assenza della fisicità un ostacolo significativo rispetto alla possibilità di un contatto intimo e all’espressione di tematiche più profonde. Tuttavia, la tendenza a considerare gli interventi psicologici a distanza, secondo la logica del confronto con le tecniche classiche, può impedire di coglierne le risorse. Tra gli innegabili vantaggi :

  • la possibilità di instaurare o mantenere relazioni di cura con persone che, a causa ed oggettive condizioni esterne o condizioni personali, avrebbero difficoltà ad accettare un trattamento, un trattamento standard,
  • un altro importante vantaggio è che la distanza fisica potrebbe favorire anziché inibire un rapporto di fiducia da parte di quegli individui che vivono con fatica la vicinanza fisica.

in alcune circostanze, videochiamate e piattaforme virtuali, consentono anche di entrare in modo più diretto e partecipe alla vita dell’altro, permettendo di coglierne aspetti inediti; come per esempio scoprire la presenza di teneri peluche nella stanza di adolescenti oppure di oggetti nella stanza di persone più adulti e di promuovere una diversa intimità in questo modo.

Tra i possibili benefici va inoltre evidenziata l’opportunità per il clinico, offerta da alcuni strumenti di matrice virtuale:

  • di osservarsi e vedere le proprie espressioni facciali, i segnali corporei, per esempio. Questo specchio potrebbe agevolare il clinico nel monitorarsi e nel modulare la comunicazione non verbale.[2]

Cogliendo la reticenza di Flavia e il suo atteggiamento posturale di chiusura mi metto nei suoi panni per qualche minuto e anziché concentrarmi sull’intervento bariatrico provo a chiederle se c’è qualche parte della sua casa che la rispecchia e se ha voglia di mostrarmela e di spiegarmi il perché la sente sua.

Mi dice: “si… il salotto, ma in particolare il divano..” gira la telecamera e vedo un divano rosso, un divano scintillante e le chiedo il perché lo sente suo e mi dice: “dopo una giornata di lavoro, in cui visto il mio peso sudo sempre, so che il divano sopporterà il mio peso e il mio sudore senza giudicarmi… e poi il rosso è un colore così vivo ed io indossi sempre capi scuri per non farmi notare…”

L’obesità è anche associata ad alcuni quadri clinici psicopatologici importanti come il Binge Eating Disorder (BED o disturbo da alimentazione incontrollata), che raggiunge tassi tra il 7 e il 39% in campioni di persone obese in cerca di trattamento.Tale disturbo fa parte dei DCA ed è caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate,   associati alla sensazione di perdita di controllo e seguiti da un notevole disagio psicologico, senso di colpa e tristezza. Bisogna precisare, però, che non tutti gli obesi presentano le caratteristiche dei pazienti con BED e non tutti i soggetti con BED sono obesi.

Le conseguenze psicologiche dell’obesità

Altri disturbi psicologici associati all’obesità sono:

  • disturbi dello spettro ansioso, come l’ansia generalizzata
  • disturbo ossessivo-compulsivo
  • depressione
  • scarsa autostima
  • difficoltà a riconoscere e gestire le emozioni
  • rapporto negativo con l’immagine corporea.

Per quanto non sia ancora chiaro se queste condizioni precedano o seguano l’obesità, è fondamentale, sia in fase diagnostica che nell’elaborazione di un programma terapeutico, tenere in considerazione anche quegli aspetti psicologici e psicopatologici che possono ostacolare l’adesione del paziente alla terapia e il suo successo.

Cosa succede nella testa di una persona obesa

Come si può facilmente intuire, i soggetti obesi hanno uno stile alimentare e di vita che si associa alla sovralimentazione ma, solo con studi recenti, si è provato a comprendere i meccanismi e i nessi tra ciò che accade nel cervello e il comportamento manifesto di chi si sovralimenta. Vediamone alcuni.

Controllo e consapevolezza

Quando le persone obese devono controllare le quantità di cibo ingerite, tendono a valutare come più rilevanti gli aspetti visivi del cibo, ad esempio: quanto resta nel piatto, l’aspetto e la varietà del cibo presentato, piuttosto che gli stimoli interni di appetito e sazietà. In breve, spesso accade che per decidere se smettere di mangiare non prendono in considerazione il senso di sazietà ma guardano se il piatto è pieno.

Processi decisionali

Le persone con obesità, così come accade a chi fa abuso di sostanze, quando devono prendere una decisione hanno una maggiore inclinazione a preferire ricompense immediate e di minor valore, piuttosto che maggiori ma posticipate.

Quindi, in condizioni di stress, ansia o difficoltà di altro tipo fanno più fatica a valutare gli effetti a lungo termine di un’abbuffata e compararli con la gratificazione immediata ottenuta con l’ingestione di cibo, per decidere se continuare o fermarsi.

Meccanismi di dipendenza

Un filone di studi ha considerato l’overeating (sovralimentazione) come categoria delle dipendenze  arrivando a parlare di   dipendenza da cibo. Tali condizioni hanno diversi fattori in comune, uno dei più significativi è il coinvolgimento del sistema della ricompensa ovvero l’insieme dei circuiti neurali che incoraggiano la ripetizione di un’azione ricompensandola con sensazioni di piacere, benessere, pienezza.

Obesità ed overeating però hanno anche importanti differenze, che rendono i due fenomeni chiaramente non sovrapponibili. La questione è ancora aperta e potrebbe aprire nuove strade per la comprensione e la cura di questa condizione.

In psicoanalisi vediamo come Freud evidenzia come il rapporto del bambino con l’oggetto cibo affondi le sue radici nelle primissime fasi dello sviluppo.**[3]** Lacan osserva che l’atto del nutrirsi nell’uomo è in relazione al “benvolere dell’Altro” e che non bisogna confondere le cure col dono d’amore.[4]

Chiedo a Flavia: “ da dove mi stai videochiamando c’è un posto che ti ricorda di Flavia bambina?”

Lei gira nuovamente la telecamera e mi fa vedere una sediolina rotta blu e mi dice: “ecco, questa è la sedia che ho sempre portato con me, è rotta perché già da bambina ero grassa ed è proprio il momento in cui l’ho rotta che mi ha fatto capire che non sarei stata mai normale… penso anche che se forse mi fossi fatta aiutare lì non sarei come sono oggi..”

In quel momento si commuove e mi dice: “non pensavo che online mi sarei emozionata e che le avrei mostrato oggetti e parti di me così velocemente…” X

Le dico:” beh, forse ha trovato la sua risposta alla domanda se può essere efficace o meno un percorso online… dal mio canto posso dirle che ciò che mi ha mostrato mi ha detto tanto di lei e che è un bene per me averla vista online perché oggi anch’io sono sudata perché i riscaldamenti si sono bloccati ad una temperatura alta e quindi o facevo la seduta nuda e non mi sembrava il caso oppure sudavo…”

Flavia ride di gusto e scoppio anch’io in una risata e forse anche questo è un atto terapeutico… siccome non posso lasciarle uno dei miei bigliettini gli scrivo in chat una frase che mi ha fatto pensare a lei, chiedendole di salvarla: “…È quando il corpo è tra quattro mura che lo spirito fa i suoi viaggi più lontani…”**[5]**


[1] Si divide lo stomaco in 2 parti in senso verticale utilizzando delle apposite suturatrici meccaniche. La parte sinistra dello stomaco, che corrisponde a circa l'80% di tutto lo stomaco, viene successivamente asportata. Lo stomaco che rimane in sede assume la forma di una 'Manica' (Sleeve)

[2] Trattamenti psicologici in modalità online., UNIVERSITA’ VITA-SALUTE SAN RAFFAELE

[3] Molinari, Castelnuovo, a cura di; Clinica psicologica dell’obesità; Springer, 2012, Milano

[4] J. LACAN., 1974

[5] Augusta Amiel-Lapeyre, Pensieri selvaggi, 1909

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