Come riscoprire i nostri punti di forza: self-empowerment

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Teresa Colaiacovo - Come riscoprire i nostri punti di forza: self-empowerment

“…La mia debolezza… Qual è la mia debolezza? Dovrei pensarci. Probabilmente avrei lo stesso problema nel rispondere se mi chiedeste qual è la mia forza. E forse sono la stessa cosa…”
Al Pacino

 


Cos’è il self empowerment?

Con l’espressione self empowerment * *** ci si riferisce alla **consapevolezza delle proprie capacità, possibilità e competenze, ma anche dei propri limiti.

Si tratta di un percorso personale che si sviluppa nel tempo con l’esperienza e l’acquisizione di conoscenze, e si può rafforzare con l’aiuto di tecniche specifiche ed esercizi.

Il self-empowerment è considerato un elemento fondamentale per il successo, sia nella vita personale sia nella vita lavorativa. Questo approccio genera moltissimi effetti positivi: porta a reagire con prontezza di fronte ai cambiamenti, fornisce determinazione nel perseguire i propri obiettivi, aiuta a trovare facilmente soluzioni ai problemi, ci fa apprendere dagli errori, fa aumentare l’autostima e consente di migliorare i rapporti sociali.

Il self-empowerment * *** fa parte del ** ** filone della ** ** **psicologia positiva**.** Il focus è infatti sullo sviluppo delle proprie capacità, sul benessere e sull’auto-realizzazione professionale o personale, tutti obiettivi che implicano un atteggiamento e un pensiero positivo.

Empowerment e self-empowerment in psicologia

Il termine “empowerment” (cioè “aumento del potere”, “potenziamento”, o letteralmente “impoteramento”) è un processo di acquisizione di potere. Si riferisce al potere personale, nell’accezione positiva di “potere intervenire attivamente sulla propria vita”, per indirizzarla verso ciò che si desidera e raggiungere i propri obiettivi, e non nell’accezione di “esercitare potere su qualcuno”.

L’empowerment è stato individuato per la prima volta nella comunità scientifica negli anni ’80 nell’ambito della psicologia della comunità da Zimmermann e Rappaport presso l’Università del Michigan. I due psicologi americani individuarono una nuova “variabile”, una qualità osservata in alcuni dei loro pazienti, che giocava un ruolo decisivo per degli esiti positivi nel percorso comunitario. Questa variabile era legata a quattro fattori:

1. la speranzosità verso il futuro

2. la capacità di auto-controllo

3. la tendenza a cercare internamente le risorse necessarie

4. la fiducia in tali risorse.

Per descrivere questa variabile utilizzarono il termine empowerment. In quel contesto, l’empowerment descriveva un processo-risultato, con il quale acquisire potere e benessere tramite la partecipazione alla vita comunitaria. Inoltre, i due psicologi spiegarono che l’empowerment può essere studiato su tre livelli: individuale, organizzativo e socio-politico o di comunità.

A partire da questa teoria, lo psicologo italiano Massimo Bruscaglioni concentrò i suoi studi sull’empowerment individuale. Mentre Zimmermann e Rappaport consideravano l’empowerment come una caratteristica innata, Bruscaglioni formulò l’idea che, utilizzando diversi strumenti e strategie, è possibile accrescere il proprio empowerment personale e sviluppare così nuove abilità e competenze. Lo psicologo teorizzò il concetto di “self self empowerment”, oggi conosciuto semplicemente come “self-empowerment”.

Secondo la definizione di Bruscaglioni, “il termine self-empowerment indica un fattore psicologico traducibile in quel sentimento di protagonismo rispetto alla gestione della propria vita”, e “quando una persona sviluppa il proprio empowerment passa da una condizione di debolezza ad una di forza e di potere, sviluppando capacità e competenze utili a gestire le difficoltà quotidiane.

Essendo padroni della propria vita e utilizzando le proprie risorse in modo ottimale, si apriranno nuove possibilità di scelta per la persona. Questo concetto è qualcosa di nuovo rispetto all’empowerment inteso come controllo attivo sulla propria vita.

L’approccio della teoria di Bruscaglioni sul self-empowerment è quello della psicologia positiva, ** ** dove il focus è sui propri desideri, punti di forza, risorse personali e potenzialità, e non sulle mancanze.

Ad attivare il processo di self-empowerment è l’insorgenza di un nuovo desiderio, a cui segue la rappresentazione di immagini mentali positive, l’acquisizione di consapevolezza delle proprie risorse e infine la messa in atto di tentativi sperimentali concreti per realizzare il desiderio e raggiungere l’obiettivo prefissato.

Questo desiderio mira a qualcosa di specifico, e l’individuo investe le sue risorse in quella particolare direzione. Infatti, il self-empowerment si riferisce sempre a un ambito specifico e non è possibile aumentare il “self-empowerment in generale”.

Quali sono le principali caratteristiche del self-empowerment?

Il self-empowerment è un percorso di crescita e miglioramento personale. Per lavorarci, vanno considerate innanzitutto tre dimensioni fondamentali:

1. L’autoefficacia: Consente di sentirsi capaci di rispondere alle situazioni.

2. La collocazione interna della causalità: Consiste nell’assumersi la responsabilità di ciò che succede e di avere la sensazione di essere artefici del proprio destino.

3. Il pensiero positivo: Sposta il focus sulle opportunità, risorse e potenzialità per aumentare le proprie energie e avere una visione chiara dei margini di miglioramento e cambiamento.

Lavorando su questi tre elementi, aumenterà l’autostima, la speranza e la determinazione per il perseguimento dei propri obiettivi.



 

 

 

Esempi pratici

Esempi di empowerment sono:

1. Empowerment giovanile: Interventi promossi da diverse ONG soprattutto nei paesi in via di sviluppo per aiutare i più giovani a sviluppare capacità individuali e competenze professionali per accedere al mondo del lavoro.

2. Empowerment per la salute: Promosso dalla OMS come “acquisizione di maggior autorevolezza per conquistare un maggior controllo sulle decisioni e le iniziative che riguardano la propria salute.

3. Empowerment organizzativo/dei lavoratori: Strategie che permettono alle aziende di rimanere competitive valorizzando le proprie risorse umane.

4. Brand empowerment: In ambito aziendale, strategie per accrescere la popolarità del proprio marchio e creare empatia con il pubblico.

Oltre a questi, fanno parte del self-empowerment tutte quelle attività intraprese per accrescere il proprio potere personale in diversi ambiti della vita personale, per esempio:

1. Istruzione: Apprendimento di nuove competenze e partecipazione a corsi formativi

2. Leadership: Assumere le redini della propria vita tramite la presa di decisioni consapevoli.

3. Gestione dello stress: Apprendimento di strategie e tecniche per gestire le emozioni e lo stress.

4. Autoriflessione e automotivazione: Praticare introspezione e autoascolto per conoscersi meglio, riconoscere i propri punti di forza e trovare la motivazione interna per raggiungere i propri obiettivi.

Come promuovere il self empowerment?

Per sviluppare il self-empowerment, innanzitutto, è necessario dedicarsi del tempo, per riflettere su sé stessi e fare luce sui propri bisogni, punti di forza, limiti e obiettivi che si vogliono raggiungere. Una volta che si ha un quadro più chiaro, bisogna tirare fuori il proprio potenziale, mettere a disposizione tutti gli strumenti, e concentrarsi su come ottenere un miglioramento, mantenendo un atteggiamento positivo.

Portare avanti questo processo è possibile anche con delle piccole azioni della vita quotidiana, per esempio:

· Impegnarsi in una piccola azione positiva ogni giorno.

· Dopo aver commesso un errore, infocarsi sulla lezione da apprendere e sulle possibilità di miglioramento.

· Fare una lista delle proprie paure e affrontarle una alla volta.

· Elencare degli obiettivi, mantenendo un pensiero positivo, stimolando il proprio desiderio e individuando le risorse a disposizione per raggiungerli. Si può anche farlo in piccolo: la sera stabilire dei micro-obiettivi che si vogliono raggiungere nella giornata successiva. Vedendo tutto ciò che si è portato a termine l’indomani, il senso di autoefficacia aumenterà.

· Fantasticare su nuove possibilità ed esperienze in linea con i propri desideri, per poi immaginarsi in un futuro dove questi siano già stati realizzati e osservare le proprie sensazioni. ** ** Ci si può anche concentrare su tutti gli ostacoli incontrati e superati. È utile ripetere l’esercizio per diversi giorni. Proiettarsi nel futuro serve a fare chiarezza su ciò che si vuole davvero e ad aumentare la motivazione e l’autostima.

· Iniziare un percorso psicologico con un professionista è un ottimo modo per * * far emergere e potenziare abilità e competenze già presenti, ma magari bloccate e inespresse. Tra le tecniche più usate in psicologia per il self-empowerment vi sono il psicotraining, l’EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) e il neurofeedback dinamico non lineare.

Margherita delle possibilità

La “margherita delle possibilità” è uno degli esercizi più conosciuti nell’ambito del self-empowerment.

Consiste nel disegnare una margherita con almeno quattro petali. Al centro va scritto l’ambito su cui si vuole lavorare (per esempio “la carriera lavorativa”) e su ogni petalo vanno scritte le possibili strade da seguire per ottenere il cambiamento positivo che si desidera (per esempio “cambio lavoro”, “non cambio lavoro”, “faccio un periodo all’estero”, “seguo un corso di formazione”, etc).

Più sono i petali, più sono le possibilità e quindi le probabilità che si troverà un modo per perseguire l’obiettivo. Un accorgimento è quello di lasciare un petalo bianco, perché le possibilità sono sempre più di ciò che crediamo inizialmente. In ogni caso, bisogna cercare di conciliare la creatività e la fantasia con l’essere concreti, realisti e consapevoli.

Infine, ci si concentra su ogni petalo analizzando le ipotesi una per una, usando l’immaginazione per proiettarsi in ogni possibile realtà.

Utilizzo e applicazioni

Il self-empowerment ha grande rilevanza in tre ambiti in particolare:

1. Lavoro: Il self-empowerment consente non solo di ottimizzare la produttività e fare carriera, ma anche di migliorare il rapporto con il proprio lavoro, ripensare consapevolmente al proprio modo di lavorare e alle proprie possibilità. Sono in molti a fare un lavoro che non è davvero ciò che vogliono. Con un percorso di self-empowerment sarà più facile prendere delle decisioni rispetto a un cambiamento e raggiungere nuovi traguardi.

2. Relazioni interpersonali: Grazie al self-empowerment si può migliorare la comunicazione e la qualità del tempo trascorso con i propri amici, familiari, conoscenti, colleghi e qualsiasi persona che la vita ci mette di fronte. Può aiutare a migliorare l’empatia, a lasciarsi indietro le polemiche, a non subire le scelte altrui e a non farsi travolgere dall’impulsività.

3. Rapporto con sé stessi: Il self-empowerment ci riavvicina ai nostri bisogni e ci mette in contatto con la nostra miglior versione. Ci dà l’opportunità di riprendere in mano la nostra vita, aumentando l’autostima, la motivazione e la creatività, e riducendo lo stress. È un percorso di crescita personale che ci consente di utilizzare il nostro massimo potenziale e apre le porte a mille possibilità, esercitando anche un impatto sociale positivo.

I vantaggi del self empowerment per gli individui

Ecco i principali vantaggi che il self-empowerment apporta agli individui:

· Aumento della fiducia e dell’autostima

· Maggior controllo sulla propria vita e sulle decisioni

· Maggiore motivazione e determinazione nel perseguimento dei propri obiettivi

· Capacità di affrontare le difficoltà e rialzarsi dopo una sconfitta

· Miglioramento delle relazioni interpersonali e costruzione di interazioni positive.

I vantaggi del self empowerment per le organizzazioni

Il concetto di self-empowerment nel mondo del lavoro risale agli anni ’70, quando Rosabeth Moss Kanter pubblicò un libro che aveva l’obiettivo di dare autonomia ai lavoratori, sia per stimolare il loro impegno sia per scardinare le gerarchie tradizionali.

Ad oggi, il self-empowerment è una delle qualità più ricercate dalle risorse umane, che offre un vantaggio competitivo nel processo di selezione del personale.

Tra i vantaggi che il self-empowerment apporta ai lavoratori all’interno di un’organizzazione aziendale vi sono:

· Maggiore motivazione, responsabilità e iniziativa

· Maggiore creatività e innovazione grazie alla fiducia nelle proprie capacità

· Migliore capacità di affrontare le sfide e cogliere le opportunità, grazie a un mindset orientato al cambiamento e alla crescita

· Maggiore produttività e miglioramento delle prestazioni

· Maggiore soddisfazione e gratificazione, con conseguente riduzione di turnover dei dipendenti

· Leadership condivisa e più efficace, con una maggiore capacità di ascolto, sostegno reciproco e motivazione tra i collaboratori

Tutto ciò si traduce in lavoratori più realizzati professionalmente e successo a lungo termine dell’organizzazione

 

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