I 3 motivi per cui si fa Sexting: quando il mondo virtuale incontra la sessualità

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Teresa Colaiacovo - I 3 motivi per cui si fa Sexting: quando il mondo virtuale incontra la sessualità

“…Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all’estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino…”
(Anaïs Nin)

Fabio ha 27 anni ed inizia un percorso con me perché dice di aver paura di preferire il sexting rispetto alle relazioni e questo lo fa sentire diverso, quasi anormale.

Frequentemente si discute dell’impatto sociale degli smartphone sulle nuove generazioni; negli ultimi anni, la letteratura ha preso quindi in analisi l’argomento al fine di identificarne rischi e risorse e, a partire da ciò, è stata definita una nuova “pratica sessuale”: il sexting. Il termine sexting proposto dal Daily Telegraph nel 2005 è il risultato dell’unione tra le parole “sex”, quindi “sesso” e “texting” ossia quello che oggi informalmente definiamo “messaggiare”. È un fenomeno che consiste in interazioni virtuali a contenuto sessuale, sotto forma di messaggi e immagini; tuttavia è importante sottolineare che questa non è una descrizione formale, in quanto al momento non esiste una definizione universalmente riconosciuta dalla comunità scientifica. I ricercatori non hanno ancora raggiunto un accordo in merito al ruolo della coercizione e alla natura dei contenuti: si può parlare di sexting se praticato consensualmente? Si tratta di sexting se sono assenti le immagini? L’abuso è intrinseco nella definizione stessa o può esistere una forma di sexting piacevole per le persone coinvolte?

È stato riscontrato che coloro che fanno sextingtendono a riportare sintomi depressivi (Dake et al., 2012; Van Ouytsel et al., 2014; Ybarra & Mitchell, 2014) e sintomi ansiosi, questi ultimi soprattutto da parte di chi pratica il sexting perché sotto pressione (Englander, 2012). Nello specifico, uno studio ha indicato che i sintomi depressivi emergono nel 25% dei partecipanti e quelli ansiosi nel 60% (Chaudhary et al., 2017). Perdipiù, i sintomi depressivi sembrano portare a praticare il sexting (Gámez-Guadix & De Santisteban, 2018). È emerso anche che coloro che fanno sexting sono più inclini a riportare pensieri suicidari, a tentare il suicidio e ad abusare di alcol e altre sostanze (Bauman, 2015; Dake et al., 2012; Döring, 2014). Per quanto riguarda la personalità, il profilo degli individui che praticano il sexting sembra essere caratterizzato da un’elevata estroversione e nevroticismo, da una bassa coscienziosità e amicalità (Gámez-Guadix et al., 2017) e da un’alta ricerca di sensazioni e impulsività (Döring, 2014), mentre il sexting a 16 anni sembra predire lo sviluppo di tratti borderline di personalità all’età di 18 anni (Brinkley et al., 2017).

L’aggravamento della depressione, lo sviluppo dei disturbi d’ansia e la messa in atto o la contemplazione del suicidio possono accadere in caso di cyber-vittimizzazione (Cooper et al., 2016; Dake et al., 2012; Medrano et al., 2018). Depressione, ansia, stress e una bassa autostima possono essere generati anche dalla ricezione di messaggi sessuali indesiderati e dall’invio di messaggi sessuali sotto coercizione (Klettke et al., 2019); le persone di genere femminile, giovani, con bassa ricerca di sensazioni e difficoltà psicologiche pregresse sono coloro che subiscono maggiori danni quando ricevono un messaggio sessuale, sentendosi a disagio o infastidite (Livingstone & Görzig, 2014).

Tuttavia, nonostante i risultati citati finora, la presenza di altri esiti non significativi li rende ancora troppo eterogenei e quindi ancora incongruenti. Tale incongruenza sembra essere dovuta al fatto che gli studi prendono in considerazione definizioni diverse di sexting (ad esempio, non distinguono tra sexting consensuale e non consensuale), misurano diverse variabili psicologiche (sintomi depressivi, tratti di personalità, ecc) e, infine, considerano il sexting a volte come esito di una problematica psicologica e talvolta come potenziale causa di quest’ultima.

La bidirezionalità della relazione: nasce prima il sexting o il malessere mentale?

Nonostante i risultati incongruenti, il lavoro di Gassó et al. (2019) evidenzia un legame tra gli aspetti psicologici e il sexting. Qual è però l’elemento che influenza, e qual è invece quello che viene influenzato? Si può ipotizzare che, nella maggior parte dei casi, si verifichi un’influenza bidirezionale.

Che significa? Analizziamo una situazione concreta. Un adolescente, seppur sofferente di sintomi depressivi, resta comunque un individuo in una fase della vita che gli richiede di scoprire se stesso e il mondo facendo esperienze. Spesso sottrarsi a questa richiesta comporta il “sentirsi indietro” rispetto ai pari. Il problema però, è che i sintomi depressivi spingono l’adolescente al ritiro e all’evitamento. Qui ha origine il conflitto: voglio fare esperienze, in questo caso in ambito sessuale, per sentirmi come tutti gli altri, ma mi vedo troppo inadeguato per espormi a una situazione intima reale. Quindi, ecco un’escamotage: il sexting. In questo modo posso entrare in intimità con una persona, ma rimanendo protetto da uno schermo. Lo schermo mi aiuta a nascondermi, a non far scoprire all’altra persona quanto in verità io potrei apparire inadatto e inesperto, proteggendomi da un eventuale rifiuto.

Dall’altro lato il sexting, specialmente se inteso in maniera coercitiva, incrementa il malessere psicologico: ricevere contenuti a sfondo sessuale indesiderati o venire minacciati di revenge porndiventa un danno in termini depressivi e ansiosi per la persona che lo subisce.

Fabio ha paura dell’incontro con l’altro e preferisce un telefono che come dice lui lo espone a minor problemi…la paura dell’intimità relazionale e il non sentirsi all’altezza sono i due nuclei portanti, il lavoro insieme si concentrerà nel riscoprire il significato dell’intimitá e delle sue paure, proprio perché Troppi di noi non vivono i loro sogni perché stanno vivendo le loro paure.

 

 

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