I disturbi alimentari come ferite d’amore

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Teresa Colaiacovo - I disturbi alimentari come ferite d’amore

“È perché sono divorate da un’assoluta fame d’amore che le persone non accettano il cibo come surrogato materiale dell’amore”,  Fabiola De Clercq

Massimo Ammaniti nell’articolo “i malati dimenticati” uscito su La Repubblica a gennaio segnala come in numerose indagini i disturbi alimentari degli adolescenti sono addirittura raddoppiati. I ragazzi nel tempo della pandemia e del dopo pandemia, hanno delineato la loro sofferenza in molti modi, uno di questi modi è proprio il disturbo alimentare. Che appare essere cresciuto in maniera preoccupante. Uno dei compiti di sviluppo durante l’adolescenza è quello di elaborare una nuova immagine corporea, oltre che ad un nuovo senso di sé. Durante questi anni il corpo del ragazzo si trasforma, ed è proprio questa trasformazione a recare timore, incertezza, vergogna, insicurezza. Spesso, proprio durante questi anni. L’adolescente può sentire il proprio corpo estraneo o addirittura nemico, in quanto veicolo di nuovi panorami del sé che spaventano e dalle dai quali l’adolescente vuole scappare. Il corpo, in questo modo, può venire nascosto o addirittura attaccato, attraverso atteggiamenti disfunzionali o autodistruttivi.

Qualche settimana fa, sono stata chiamata dai signori Rosanna e Mario (nomi di fantasia) perché mi hanno richiesto un sopporto psicologico per la figlia Aurora 17 anni che presentava disturbi alimentari, loro già dal primo contatto mi dicono che Aurora è oramai quasi anoressica, da mesi non vuole mangiare e noi continuiamo a litigare perché non mangia.

Fissiamo l’appuntamento con Aurora che vuole essere seguita online perché è stanca per muoversi. Al primo appuntamento non posso non notare la magrezza di Aurora, le chiedo di parlarmi di lei. Mi dice che non sa cosa dirmi ed io le dico di dirmi tutto ciò che le viene in mente. Inizia, cosi, un flusso di coscienza allo Joyce, quasi Aurora non prende fiato nel parlarmi, è concitata ed utilizza un tono forte, ogni tanto si ferma solo per mordicchiarsi le unghia. Le guardo le mani e noto i calli, proprio di chi solitamente si mette le dita in gola per vomitare. Questo mi incupisce, ma continuo a farla parlare. Mi parla della sua pianta di aloe, del suo criceto, della bici che oramai è vecchia, mi racconta del suo fidanzato che ha lasciato perché lui la voleva grassa. Le chiedo cosa significhi per lei essere grassa, mi risponde: “un incubo, quasi come la fame, ma entrambe io li controllo..” Poi mi dice ancora che i suoi genitori litigano per il suo peso, dicono che è colpa sua se litigano, ma afferma: “gli adulti sono bugiardi..

Le chiedo il perché crede che siano bugiardi e da lì inizia a dirmi che il padre ha tradito per anni e faceva finta di amare lei e sua mamma, la mamma anche ha tradito il padre, poi è stata lasciata dall’amante ed è solo per questo che è rimasta a vivere con me e pure con mio padre. Massimo Recalcati in molte suo opere parla dei disturbi alimentari come malattie dell’amore, disturbi non del comportamento alimentare, ma della relazione. Lo psicoanalista spiega come all’esordio di ogni anoressia o bulimia ci sia una ferita e spesso queste ferite riguardano le relazioni primarie. L’anoressia rappresenta, secondo l’autore, una passione sfrenata per l’immagine che nasce da un tentativo disperato di difendersi da relazioni che feriscono; la bulimia, alla stessa stregua rappresenta una passione sfrenata per il consumo dell’oggetto che mostra una dipendenza dall’oggetto. Se l’anoressica ha desiderio di libertà e indipendenza, la bulimia è una forma di schiavitù e dipendenza. Mi interrogo sulla ferita d’amore di Aurora, su come lei con fare lucido e distaccato mi racconti del tradimento dei genitori a sé stessa. Le chiedo se si sente libera ora nel suo peso, lei mi risponde velocemente e mi dice di si, nella maniera più assoluta. Le chiedo, cosi, quante volte si pesa, quante volte trattiene la fame… mi dice: “controllo il mio peso 3 volte al giorno e resisto la fame sempre!” Le domando se questa per lei è davvero libertà, mi dice che alla fine non lo è, ma che almeno si sente libera perché il suo corpo non la tradisce.

Torna il tema della sua ferita d’amore: il tradimento. Il senso di solitudine e angoscia che provava verso il tradimento dei suoi genitori l’aveva indotta a gestire questo senso di vuoto interno e la sua fragilità narcisistica con un controllo ossessivo spostato sul corpo in trasformazione, un corpo che viveva come una sorta di transito verso il mondo dei grandi, sentito come bugiardo e persecutorio. Ho deciso, con il suo accordo, di iniziare con lei un percorso di alfabetizzazione emotiva, una sorta di dar nome e voce alle emozioni. Di grandi aiuto mi è stata la sua passione per il disegno, questa passione ci ha traghettato lontano dal suo corpo, ma vicino alla sua ansia del vuoto, alla perdita di un sè legato a un mondo infantile. Ha disegnato, inoltre, panorami lontani che le facevano paura.

Questi panorami, dall’aspetto cupo e tetro, mi ha detto che rappresentavano la crescita: il corpo degli adulti, l’ansia di non essere accettata e di non farcela, la rabbia verso i suoi genitori. Ad ogni colloquio, oggi, mi mostra un disegno e lo commentiamo insieme. Nell’ultimo colloquio ha voluto vedere le mie mani, le sono piaciute le mie unghia lunghe e rosse, le ho raccontato che prima le mangiavo a sangue e che poi mi sono cresciute, piano piano, quasi da sola. Mi ha detto che forse anche a lei da adulta le piacerebbe avere quelle unghia, ed io le ho detto che crescere è complesso, ma che è bello cercare di essere adulti consapevoli e vicini a ciò che si sente di avere dentro. Le ho chiesto di disegnarmi lei adulta. Oggi mi ha spedito il suo disegno, nell’aprirlo non ho visto uno scheletro con dei capelli lunghi, ma la figura di una persona, una donna normale, con capelli lunghi, una borsa gialla e unghia lunghe colorate di verde. Mi sono commossa ed ho pensato ad una frase di Anais Nin: “…arriva il momento in cui restare stretti nel bocciolo è più doloroso che sbocciare…” Forse per Aurora sta arrivando il momento di ri-sorgere ed a quel momento voglio assistere e un supporto continuo, molte persone sono in grado di migliorare significativamente la loro vita sessuale.

In conclusione, la sessuologia clinica gioca un ruolo importante nel fornire aiuto e sostegno alle persone che soffrono di disturbi sessuali. Gli sessuologi clinici lavorano con i pazienti per sviluppare un piano di trattamento efficace e aiutarli a raggiungere la soddisfazione sessuale a lungo termine.

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