L'amore è trovarsi: per sempre finchè dura

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Teresa Colaiacovo - L'amore è trovarsi: per sempre finchè dura

Fabiana e Antonio (nomi di fantasia) mi contatto per avere un supporto psicologico per ritrovare la serenità e l’intesa di coppia.

Hanno due figli adolescenti, sono sposati da 18 anni e dopo il “tradimento” di Antonio che definisco “superato”, cercano un modo per continuare a vivere serenamente.

Cerco di comprendere con loro cosa intendono per serenità e quale sia la punteggiatura della routine della coppia.

Fabiana mi racconta di un rapporto sereno, dove non volano piatti, di una quiete… mi racconta che Antonio passa molto tempo da solo, anche all’interno della stessa casa,  per via dei suoi molteplici interessi.

Antonio dice: “ho il mio spazio, ma sono sempre presente..”

Fabiana  dice: “si, presente con il corpo…ma qualche mese fa avevi la testa altrove, raccontalo alla Dottoressa..”

Antonio mi racconta di un rapporto con una ragazza molto più giovane di lui, un rapporto basato sul dialogo, una sorta di rapporto virtuale…perché mi dice: “ci siamo visti poche volte, perché avevo paura di perdere l’equilibrio..”

Gli chiedo del come sentisse questa paura, mi parla di sensi di colpa, di difficoltà ad avere un rapporto parallelo.

La moglie mi dice: “Dottoressa, questa era una tipa tutta intellettuale oltre che facile e lui ha abboccato.. era diventata la confidente, l’amica… insomma una sorta di fidanzata..”

Queste parole mi fanno pensare al perché Antonio sentisse questo bisogno e a cosa non condividesse di sé stesso con la moglie.

Antonio mi dice: “…si, ho sbagliato, ma ho interrotto presto..appena mi sono accorto che mi facevo schifo e che questa ragazza era troppo per me..”

Mi chiedo se davvero alla separazione fisica di Antonio, ci sia stata una vera separazione emotiva da questa persona.

Fabiana mi dice: “… alla fine ha scelto me e la famiglia… quindi è superato, lei non esiste più..”

Ho paura di chiedere ad Antonio se davvero la ragazza non esiste più nella sua mente, ma cerco di attenermi alla domanda della coppia.

Chiedo cosa, secondo loro, non va nell’intimità. Entrambi sono concordi nel dirmi che la nascita dei figli li ha allontanati, che non c’è l’intensità di un tempo e che spesso fanno sesso quando si ricordano che è molto tempo che non lo fanno.

Il tono con cui pronunciano queste parole sembra lo stesso con cui mi dicono della loro quiete familiare.

Ad un certo punto Fabiana mi dice: ma secondo lei Dottoressa perché ha avuto bisogno di quest’altra?

Le dico di rivolgere ad Antonio questa domanda se ne sente il bisogno.

Lui risponde: “volevo innamorarmi e poi questa ragazza aveva tremila qualità e queste mi hanno spaventato, tanto da bloccarmi sessualmente…”

Antonio non ha dato una risposta, ma Fabiana sempre comunque essersi rassicurata.

Dopo vari colloqui con la coppia, Antonio un mercoledì, prima che Fabiana entri, esordisce: “ ma lei dottoressa è sicura che si può ancora fare qualcosa tra me e Fabiana?

Questa domanda in qualche modo mi “sconforta” e chiedo a lui: “lei è sicuro di aver dimenticato la sua voglia di innamorarsi ancora??

Entra Fabiana, Antonio sta in silenzio.

Fabiana di soppiatto mi chiede: “… ma qual è un rapporto dove dopo tanti anni tutto funziona, io domando a lei Dottoressa cos’è davvero l’amore?”

Rispondo a Fabiana parafrasando delle parole a me care…la situazione amorosa è ciò che permette ad ognuno dei membri della coppia di incontrare sé stesso nelle sue molteplici sfaccettature, nei suoi aspetti più conflittuali e oscuri.

Il rapporto, quindi, è uno spazio di accoglimento, un contenitore delle nostre paure più segrete, dei nostri sogni, il sostegno e il conforto dinanzi le incertezze. Un rapporto valido però, è soltanto quello che ci consente di esprimerci nella molteplicità dei nostri cambiamenti, dei nostri sentimenti…[1]

Lei chiede ad Antonio: “ ma tu ti senti te stesso con me o eri più te stesso in quella mezza storia, visto che a lei avevi scritto che era la tua amica, confidente, amante e fidanzata.. le avevi pure detto che a lei avevi raccontato cose mai dette di te?”

Antonio dice solo: “E’ finita e basta…”

Cosa è avvenuto tra Fabiana e Antonio?

Rifletto e penso alle vaie forme di tradimento; la crescita emotiva di uno dei partner che spesso non segue la crescita dell’altro. Spesso con l’altro/a si parla di figli, routine e non si racconta di sé stessi, dei propri cambiamenti, dei propri stati d’animo e si diventa come Antonio e Fabiana in cui Antonio spera di ri-innamorarsi della moglie e Fabiana che il marito, che probabilmente conosce poco, si innamori di nuovo di lei e lei stessa diventi come quella ragazza amica, amante e confidente.

Mentre penso a queste parole mi viene in mente una frase a me molto cara: “ E gli parve allora che ogni essere umano non facesse altro che cercare sé stesso, nei bar sui treni, negli uffici, negli specchi e specialmente nell’amore, cercare il proprio io che è da qualche parte, in ogni essere umano. L’amore non è darsi, ma trovarsi, descriversi..”[2]

Non so se Antonio in quella ragazza aveva trovato una parte di sé stesso che gli mancava, non so se la ricercherà ed avrà il coraggio di lasciarsi andare o se lei lo aspetta o lo ha mai aspettato.

Non so se Fabiana riuscirà mai a vedere suo marito per ciò che è ora e non per il fidanzato che era e se i due riusciranno a comprendere che a volte essere genitori, famiglia non significa essere, sempre coppia… forse stando insieme si ritroveranno o capiranno che hanno rinunciato alla possibilità di incontrare sé stessi in un nuovo amore.

Antonio continuerà a tradire, forse, attraverso rapporti meno coinvolgenti che non lo faranno diventare “un impotente emotivo”, ma continuerà ad essere un buon padre ed il marito che porta la spesa..oppure non dimenticherà mai la ragazza che era troppo o finirà i suoi giorni infelice, ma sereno con Fabiana.

Prima di salutare Antonio, Fabiana era andata via prima, gli chiedo se nell’album della sua vita, se questo album non lo vedesse nessun, inserirebbe l’immagine della ragazza… mi dice: “ Si, certo..”

Gli chiedo, ancora, se poi questo album dovesse rivederlo da anziano, mentre è vicino al cammino, e guardasse questa foto cosa penserebbe: “ forse che ho sbagliato o forse che ho fatto bene a lasciarla andare perché noi siamo una famiglia..”

Ci salutiamo e penso: “ma essere famiglia non significa amarsi ed essere felici di ciò che si ha accanto, senza bisogno di ricercare altrove?”


[1] CAROTENUTO A., Eros e Pathos., il Mattino Napoli

[2] JONES J., Da qui all’eternità

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