Caso Garlasco: Ignoto 3 e ultimi aggiornamenti

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Teresa Colaiacovo - Caso Garlasco: Ignoto 3 e ultimi aggiornamenti

Ci sono due errori che si possono fare lungo la strada per la verità: non andare fino in fondo e non partire.
(Buddha)

Il caso Garlasco si arricchisce di un nuovo capitolo che potrebbe cambiare radicalmente l’indagine sulla morte di Chiara Poggi, uccisa nel 2007. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera e da altri media, il Dna “Ignoto 3” trovato nella bocca della giovane vittima non sarebbe frutto di contaminazione. Le ultime analisi genetiche confermano un profilo completo, con 22 marcatori e una quantità di materiale biologico significativa, incompatibile con una semplice traccia accidentale. Ma le ipotesi alternative non sono state archiviate: alcuni consulenti parlano ancora di errori procedurali legati all’autopsia. In parallelo, la Procura lancia un duro monito contro gli opinionisti che intervengono pubblicamente senza titolo ufficiale.


“Ignoto 3” non è contaminazione: cosa dicono gli accertamenti

La genetista Denise Albani, incaricata dal tribunale di Pavia, ha confermato la presenza di un profilo genetico completo sul tampone oro-faringeo prelevato durante l’autopsia. La traccia, composta da 22 marcatori e da una quantità biologica superiore a quella di fondo, non è compatibile con alcuno degli operatori che hanno partecipato all’autopsia o al trasporto del corpo. Secondo gli esperti, il livello qualitativo del Dna e la sua coerenza genetica escludono contaminazioni accidentali o ambientali. È uno dei risultati più significativi emersi nell’ambito delle nuove analisi sul Dna del cosiddetto “Ignoto 3”. Un’indicazione che, se confermata, potrebbe riaprire scenari giudiziari oggi consolidati.

Ipotesi contaminazione: le obiezioni dei consulenti

Nonostante le conclusioni degli accertamenti tecnici, l’ipotesi della contaminazione non è stata completamente abbandonata. Alcuni consulenti della famiglia Poggi hanno ipotizzato che il Dna possa provenire da strumenti non sterilizzati o da garze contaminanti utilizzate durante l’autopsia. La genetista Marina Baldi, intervenuta a Morning News, ha confermato che “una garza non sterile può contenere residui di Dna da altri cadaveri o da chi l’ha manipolata prima”. A rafforzare il sospetto c’è il fatto che il profilo “Ignoto 3” è stato riscontrato in due campioni distinti, entrambi prelevati dallo stesso tampone orale. Tuttavia, la quantità rilevata e la coerenza dei marcatori rendono poco plausibile, secondo la Procura, che si tratti di un semplice errore tecnico. Per escludere del tutto questa ipotesi, i pm hanno ordinato nuovi tamponi su oltre trenta operatori e soggetti entrati in contatto con il corpo di Chiara Poggi.

Le contraddizioni di Andrea Sempio: tra scontrino, febbre e verbali incompleti

Andrea Sempio ha rilasciato nuove dichiarazioni nel corso della trasmissione “Quarto Grado”. Durante l’intervista ha ricostruito l’interrogatorio del 2008, riferendo di un forte malessere fisico e di un malore che avrebbe richiesto l’intervento del 118 in caserma. Secondo quanto affermato, si trattava di una febbre alta che durava da giorni, un dettaglio però assente nei verbali ufficiali dell’epoca. Sempio ha anche ammesso che durante quell’interrogatorio ci furono pause non verbalizzate, e che fu addirittura autorizzato a tornare a casa per recuperare lo scontrino del parcheggio ritenuto un elemento chiave per l’alibi. Dichiarazioni che contrastano con quanto sostenuto pubblicamente appena due mesi fa, quando lui e i suoi legali avevano bollato come “falsità” ogni voce su malori o interruzioni non documentate.

Il doppio binario dell’indagine: chi è Ignoto 3?

La Procura di Pavia sta portando avanti un doppio filone investigativo. Da una parte, prosegue la verifica della possibile contaminazione, con la comparazione del profilo “Ignoto 3” con quello di oltre trenta soggetti intervenuti sul caso nel 2007: carabinieri, operatori sanitari, tecnici e anatomopatologi. Dall’altra parte, l’attenzione si concentra sull’identità dell’autore del profilo. Il nome di Andrea Sempio è tornato al centro dell’inchiesta, dopo due archiviazioni: uno dei due profili trovati sotto le unghie di Chiara sarebbe suo, secondo i pm. La pista “Ignoto 3”, se confermata come genuina, potrebbe collegarsi a un possibile complice o autore del delitto.

La Procura contro le “congetture” mediatiche: “Solo confusione”

Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha diffuso un comunicato per denunciare il proliferare di ricostruzioni non ufficiali da parte di consulenti, opinionisti e presunti esperti. “In assenza di comunicati ufficiali - scrive - ogni interpretazione genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie basate su congetture”. Il richiamo del magistrato arriva in una fase cruciale della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. La prossima udienza è fissata per il 23 luglio: in quell’occasione verrà affidato l’incarico al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani per l’analisi delle impronte su alcuni oggetti repertati nel 2007.

APROFONDIMENTI

https://www.fanpage.it/attualita/caso-garlasco-il-dna-di-ignoto-3-nella-bocca-di-chiara-poggi-non-e-frutto-di-contaminazione/

https://www.rainews.it/amp/articoli/2025/07/cronaca-criminalita-reati-omicidio-chiara-poggi-garlasco-andrea-sempio-scontrino-ambulanza-intervista-95305175-0119-47d1-a0b2-c9aaf19d3e1a.html

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