“…Ho licenziato Dio Gettato via un amore Per costruirmi il vuoto Nell’anima e nel cuore
Le parole che dico Non han più forma né accento Si trasformano i suoni In un sordo lamento
Mentre fra gli altri nudiIo striscio verso un fuoco Che illumina i fantasmi Di questo osceno giuoco
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparleràDi domani luminosi Dove i muti canteranno E taceranno i noiosi
Quando riascolterò Il vento tra le foglie Sussurrare i silenzi Che la sera raccoglie
Io che non vedo più Che folletti di vetro Che mi spiano davanti Che mi ridono dietro
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Perché non hanno fatto Delle grandi pattumiere Per i giorni già usati Per queste ed altre sere
E chi, chi sarà maiIl buttafuori del sole Chi lo spinge ogni giorno Sulla scena alle prime ore
E soprattutto chi E perché mi ha messo al mondo Dove vivo la mia morte Con un anticipo tremendo?
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Quando scadrà l’affitto Di questo corpo idiota Allora avrò il mio premio Come una buona nota
Mi citeran di monito A chi crede sia bello Giocherellare a palla Con il proprio cervello
Cercando di lanciarlo Oltre il confine stabilito Che qualcuno ha tracciato Ai bordi dell’infinito
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Tu che m’ascolti insegnami Un alfabeto che sia Differente da quello Della mia vigliaccheria **[1]**…”
Il comportamento di dipendenza o la sostanza d’elezione scelta, sia che si tratti di una sostanza che di un comportamento, parte dallo stesso meccanismo psicologico generale Nel modello sistemico le radici ed il consolidamento delle dipendenze vengono individuate nelle dinamiche familiari.
Secondo Cancrini e La Rosa (2001)[2] le tossicodipendenze sono una forma di presentazione dei problemi di svincolo e delle difficoltà di individuazione rispetto alla famiglia di origine, cioè vi è una difficoltà dell’individuo dipendente a crescere, ad evolversi nei propri compiti vitali, allo stesso tempo sia perché egli rinuncia sia perché gli viene implicitamente impedito.
Ci sono elementi frequenti rintracciabili nella trama di una persona che sviluppa una dipendenza, vengono cosi individuate le 4 categorie di tossicomanie che la persona può sviluppare.
- l’organizzazione e il modello comunicativo della famiglia del tossicodipendente;
- l’organizzazione psicologica che descrive i tratti del carattere e la personalità del tossicodipendente;
- le caratteristiche dei comportamenti di assunzione della sostanza elettiva;
- le modalità di rapporto che il tossicodipendente e/o i suoi familiari tendono a stabilire con gli operatori e/o con i servizi che si occupano di loro;
- le forme e il decorso di intervento terapeutico.
Le 4 principali categorie di tossicomani:
A. Tossicomanie traumatiche
B. Tossicomanie di area nevrotica
C. Tossicomanie di transizione
D. Tossicomanie sociopatiche
A - Tossicomanie TRAUMATICHE
Figlio ritenuto esemplare, ma abituato a tenere per sé i propri problemi, che crolla, diventando tossicodipendente, di fronte all’esperienza di un grave trauma.
Nella maggior parte dei casi si tratta di adolescenti che hanno da poco definito la loro identità, o di giovani adulti non impegnati sentimentalmente o solo di recente impegnati in una relazione di coppia, la cui nuova rete di relazioni è inadeguata al momento del bisogno creato dal dolore e dal lutto. Lo sviluppo della tossicodipendenza avviene in breve tempo. La sostanza diventa di colpo il centro di tutto proteggendo l’individuo da una situazione di panico e di sofferenza molto violenta. Il comportamento teatrale e autodistruttivo: il tentativo non è quello di ricevere piacere, ma di stordirsi.
E’ indicato un lavoro individuale sulla tematizzazione e la verbalizzazione del lutto.
B - Tossicomanie di AREA NEVROTICA
La struttura familiare in cui si sviluppa questo tipo di tossicodipendenza prevede:
- coinvolgimento forte di uno dei genitori (solitamente quello di sesso opposto) nella vita e nella tossicodipendenza;- ruolo periferico dell’altro genitore;
- evidenza di quella che viene definita “triangolo perverso”, ossia l’alleanza non dichiarata tra un genitore e un figlio contro l’altro genitore.
- debolezza dei confini tra i sottosistemi che definiscono la gerarchia familiare. Si può assistere ad una vera e propria inversione nelle funzioni di genitore e di figlio.
- lo sviluppo di una polarità che definisce la figura del figlio tossicomane come “cattivo” in rapporto ad un altro figlio “buono”;
- un modello comunicativo caratterizzato dalla contraddittorietà dei messaggi, dalla rapidità e dalla violenza di sviluppo dei messaggi.
Tossicomania caratterizzata dalla connotazione depressiva dell’abitudine (assenza di elementi relativi al “piacere”) e dall’atteggiamento dimostrativo con provocazioni spesso rivolte a coloro che vengono percepiti responsabili.
Il lavoro deve essere centrato sin dall’inizio sul controllo dei comportamenti sintomatici attraverso la costituzione di un fronte unito da parte dei genitori.
C - Tossicomanie di TRANSIZIONE
Ampia utilizzazione di meccanismi nevrotici e psicotici.
- stato ipomaniacale o maniacale caratteristico dei primi anni chiamata “luna di miele” con la sostanza;
- importanti e ripetuti stati depressivi in fasi successive della tossicodipendenza;
- difficoltà a collegare l’evoluzione della tossicodipendenza con fatti specifici della vita della persona;
- rischio di suicidio, soprattutto quando il ricorso alla droga viene bruscamente interrotto;
- tendenza al mantenimento nel tempo di una dipendenza (affettiva, organizzativa, economica) dalla famiglia d’origine;
- rischio di ricadute
Interessanti analogie con le famiglie con problemi di svincolo.
Estrema difficoltà comunicativa all’interno della famiglia.
Perenne stato di insoddisfazione circa la relazione.
Genitori coinvolti nella tossicodipendenza o nella vita del figlio/a.
Presenza “membro prestigioso” come nelle famiglie psicotiche.
Tossicomania molto difficile da trattare. Trattandosi di problemi di svincolo l’indicazione è quella del lavoro con l’intera famiglia.
D – Tossicomanie SOCIOPATICHE
Evidenza di comportamenti antisociali prima dello sviluppo della tossicodipendenza e della presenza di condizioni di svantaggio sociale e culturale;
- atteggiamento di sfida del tossicodipendente che si comporta con la freddezza e la provocazione di una persona incapace di amare e dalla sua percezione di un ambiente ostile intorno a sé;
- distacco con cui parla della sua abitudine, dalla frequenza di poli-tossicomanie e dalla sottovalutazione degli effetti della droga.
Famiglie multi-problematiche.
Difficoltà scolastiche e scontro con le regole durante l’adolescenza.
I ruoli tra genitori e figli non sono ben definiti come neppure i confini tra i sottosistemi. I cui membri si muovono come se fossero isolati tra loro, senza alcuna reciproca e apparente interdipendenza. Vita da marginale, carriera deviante o istituzionalizzazione cronica.
Più passaggi terapeutici possono portare ad un intervento in comunità in cui colmare le gravi carenze a livello di rapporti sociali e familiari.
Tali categorie sono inquadramenti diagnostici rappresentativi e rappresentano un prototipo. Nella maggior parte dei casi reali, come per tutte le patologie, non c’è una corrispondenza precisa alla descrizione di categoria, possono esserci dunque elementi misti appartenenti a più di una descrizione.