Lui o lei sono usciti da tempo dalla vostra vita, ma per qualche motivo continuano ad affittare spazio nella vostra testa, e gratuitamente.
I pensieri sul passato spuntano nei momenti più inopportuni, colorando il presente con i toni spenti del paragone, e le argomentazioni logiche sull’inutilità di questi tormenti si infrangono sulla semplice ovvietà biologica, riferisce il corrispondente di .
Il cervello non cancella le connessioni significative come un file inutile, ma le archivia. Le esperienze emotive forti, soprattutto quelle legate all’attaccamento, formano connessioni neurali stabili che vengono attivate da fattori scatenanti familiari: una canzone, un odore, un luogo o persino un certo periodo dell’anno.
Non si tratta di una debolezza del carattere, ma di una peculiarità del funzionamento della memoria. Il problema inizia quando confondiamo il processo naturale del ricordare con la necessità di pensare o completare qualcosa.
Cominciamo a rivedere mentalmente il finale, a inventare battute perfette o a fantasticare su come sarebbe potuto essere se. In questo modo si crea l’illusione di un legame continuo, anche se il legame reale si è interrotto.
Gli esperti spiegano che in questo modo la psiche a volte cerca di completare la gestalt, per ottenere quel senso di chiusura che non si è verificato nella realtà a causa di una rottura improvvisa, di parole non dette o di vaghezza. Finché la situazione non è soggettivamente completata, il cervello vi ritorna continuamente, come un compito incompiuto.
La chiave della liberazione non sta nel cercare di “non pensare”, ma nel riscrivere consapevolmente il finale. Si può scrivere quella lettera non spedita, parlare nel vuoto o semplicemente articolare a se stessi il motivo per cui la relazione è realmente finita, senza idealizzare o autoingannarsi.
È importante separare onestamente la nostalgia per la persona in sé dalla nostalgia per i sentimenti che ha dato: un senso di bisogno, passione, sicurezza. Spesso non ci manca il nostro partner, ma la versione di noi stessi che eravamo intorno a lui/lei, la nostra giovinezza, le speranze che abbiamo investito in lui/lei.
Una nuova relazione non è una cura, ma attenua solo temporaneamente i sintomi. I vecchi percorsi neurali devono svanire a causa del disuso, e questo richiede tempo e il riempimento della vita con esperienze diverse e vivaci che creano nuovi percorsi nel cervello.
La distanza fisica e la mancanza di contatti con i social media non sono una crudeltà, ma una condizione necessaria di igiene. Tenere costantemente d’occhio la vita del vostro ex partner è come togliere continuamente la crosta da una ferita in via di guarigione senza lasciarla cicatrizzare completamente.
A un certo punto ci si sorprende a pensare che il ricordo non fa più male, è semplicemente diventato un dato di fatto della propria biografia. Questo è il punto di vera separazione, quando il passato prende finalmente il posto che gli spetta sullo scaffale della memoria, non sulla scrivania della mente.

