Entriamo nell’età adulta portando con noi uno zaino invisibile pieno di esperienze dei nostri genitori.
Anche se neghiamo con veemenza il loro modello, spesso lo riproduciamo inconsciamente o ci troviamo in una posizione diametralmente opposta, ma comunque ossessiva, secondo il corrispondente di .
La figlia di una madre prepotente può inconsciamente cercare un partner altrettanto dominante perché il suo cervello percepisce questa dinamica come la norma dell’amore. Oppure sceglierà un uomo estremamente passivo, in modo da non sentirsi mai sotto pressione, ma soffrirà della sua incapacità di prendere decisioni.
Il cervello non ricorda scene specifiche, ma l’atmosfera generale, lo schema emotivo: come sono stati risolti i conflitti, come è stata mostrata la tenerezza, quale ruolo hanno avuto la distanza e il controllo. È questo schema invisibile che proiettiamo sulle nostre relazioni.
Per rompere l’automatismo è necessaria la consapevolezza. Dobbiamo esaminare il modello genitoriale in modo onesto e spassionato, come un antropologo. Che cosa era sano e che cosa era tossico? Quali ruoli svolgevano l’uomo e la donna? Come venivano espressi i sentimenti?
Il passo successivo consiste nell’analizzare i vostri scenari ripetuti. Se tutti i vostri partner si sono rivelati emotivamente indisponibili o, al contrario, hanno richiesto una totale dissoluzione in se stessi, non si tratta di una catena di fallimenti, ma di un sistema. Il vostro inconscio sta mettendo in scena sempre lo stesso spettacolo con attori diversi.
A livello terapeutico si suggerisce un esercizio potente: descrivete la vostra relazione ideale senza essere legati a una persona specifica. Qual è l’atmosfera che vi si respira? Quali sono le regole? Come vi sentite in quel contesto? Spesso si scopre che questo ideale è radicalmente diverso da quello che tolleriamo nella realtà, seguendo il vecchio programma.
È importante separare la voce dei genitori nella vostra testa dalla vostra. La paura di “non essere come la madre” o l’obbligo di “essere come il padre” sono cattivi consiglieri in amore. Bisogna trovare la propria strada, terza e unica, che non sia né una copia né il diretto opposto della propria strada.
Questo lavoro non consiste nell’incolpare i propri genitori, ma nell’assumersi la responsabilità della propria vita adulta. Una volta compresi i meccanismi del copione ereditato, si ottiene un vantaggio. Cominciate a notare il momento in cui il vecchio schema entra in funzione e potete scegliere se ripeterlo o farlo in modo diverso.
La libertà nelle relazioni inizia qui: nella capacità di dire al proprio passato “Ti vedo e capisco da dove vieni, ma ora agirò a modo mio”. Questo è il momento della vera età adulta.

