Prima degli aggiornamenti sul delitto di Garlasco, la domanda è chi è Andrea Sempio?
profilo psicologico di Andrea Sempio, a partire dal biglietto trovato nella spazzatura con la frase “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”, proseguendo poi con una fantasia intima sul sadomaso e concludendo con un’intercettazione relativa ai rapporti tra uomini e donne nel suo mondo ideale. Ecco cosa è emerso dall’analisi della psicologa e criminologa Flaminia Bolzan.
Sono parole che la criminologa Flaminia Bolzan descrive così: “Questo biglietto di per sé può non voler dire nulla, ma va analizzato in relazione al suo comportamento globale. Noi sappiamo che è una persona che, magari per una forma di auto-rassicurazione o come modalità di ragionamento, è anche solito parlare molto ripercorrendo delle situazioni inerenti a se stesso. E’ chiaro che questo biglietto, svincolato dal contesto, ci dice di una persona che ha avuto un sfogo emotivo mettendolo su carta, quindi ha detto qualcosa di se stesso. Non possiamo immaginare che questo bigliettino potesse essere indirizzato a qualcuno o fosse un qualcosa che facciamo nei momenti di sfogo”
Sono parole che la criminologa Flaminia Bolzan descrive così: “Questo biglietto di per sé può non voler dire nulla, ma va analizzato in relazione al suo comportamento globale. Noi sappiamo che è una persona che, magari per una forma di auto-rassicurazione o come modalità di ragionamento, è anche solito parlare molto ripercorrendo delle situazioni inerenti a se stesso. E’ chiaro che questo biglietto, svincolato dal contesto, ci dice di una persona che ha avuto un sfogo emotivo mettendolo su carta, quindi ha detto qualcosa di se stesso. Non possiamo immaginare che questo bigliettino potesse essere indirizzato a qualcuno o fosse un qualcosa che facciamo nei momenti di sfogo
Andrea Sempio tra sadomaso e incesti
Poi si passa a un’intercettazione in cui Sempio parla di una possibile situazione intima con una donna che comanda a letto, soffermandosi su bondage, sadomaso, sadismo. La criminologa spiega: “Al di là della fascinazione e della conoscenza, perché all’interno di questa dinamica parla una persona che sa le tipologie di interazione e lo fa come se stesse spiegando a qualcun altro, ci si chiede perché fare una sorta di mini trattato sulla dinamica del BDSM? A che pro?” chiede la Bolzan.
Infine, l’ultima intercettazione, dove Andrea Sempio spiega i rapporti tra uomini e donne nel suo mondo ideale (4 donne per ogni uomo in modo che non venga mai a mancare il desiderio), ma emerge una particolare stranezza: “Non c’è da stracciarsi le vesti, c’è un aspetto però che ci colpisce, ovvero la considerazione fatta da lui sui rapporti incestuosi che viene definita una ‘stron*ata’. Questa è la più grande peculiarità, perché mentre tutto il resto può avere a che fare con un desiderio, la predisposizione, la fantasia di un ragazzo, su questo aspetto qui rientriamo in un qualcosa che è un po’ innaturale, quindi ci si interroga su ciò e andrebbe approfondito”. Questa la frase di Sempio sui rapporti incestuosi: “Infatti una volta era assolutamente normale che alcune trom*ate erano con cugini e fratelli, quindi non c’erano stron*ate su incesti e quelle bacate lì“.
La genetista Marina Baldi prende il posto di Garofano nel team di Sempio. Nel 2017 diceva: «il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi è perfettamente confrontabile»Di chi è lo scontrino di Vigevano? DiAndrea Sempio, che continua a giurare che la mattina di lunedì 13 agosto 2007, mentre Chiara Poggi veniva uccisa, lui era alla ricerca di un libro a 18 chilometri da Garlasco dopo aver parcheggiato la sua auto in piazza Sant’Ambrogio trovando poi la biblioteca chiusa? Oppure, come sostiene la procura di Pavia, di qualcun altro che — in modo consapevole o inconsapevole — ha fornito a posteriori l’alibi perfetto a un (presunto) assassino?
Diciotto anni dopo quel pezzetto di carta di pochi centimetri resta uno dei punti più controversi della nuova indagine sul caso Garlasco. Ma non il solo. E anzi i pm di Pavia hanno fin da subito dubitato che quel ticket pagato alle ore 10.18 potesse essere — anche qualora fosse stato di Andrea Sempio — un alibi rispetto al delitto. Oggi la convinzione degli investigatori, forti anche della testimonianza di una persona che avrebbe avuto conoscenza diretta dei fatti, è che Sempio non sia mai andato a Vigevano.
Le tracce telefoniche, del resto, non lo collocano mai altrove rispetto a Garlasco. Alle 9.58 fa una telefonata di un secondo a Mattia Capra, alle 11.10 viene contattato con un messaggio dall’amico, in entrambi i casi il cellulare aggancia le celle di Garlasco. Parlando con «Chi l’ha visto?» (prima che venisse rivelata l’esistenza del testimone) lo stesso Sempio conferma la sua versione già messa a verbale nel 2008 e nel 2017: «Quello scontrino l’ho preso io». E anzi rilancia: «Sarebbe stato meglio che, se avessero avuto dei sospetti su di me all’epoca, avessero cercato se nelle telecamere in piazza a Vigevano c’erano delle riprese su di me. Lo scontrino me l’hanno chiesto un anno dopo e probabilmente non c’erano più i video».
Il riferimento è proprio al controverso interrogatorio del 4 ottobre 2008 quando per la prima volta viene «consegnato» il ticket. Sempio sostanzialmente dice che se i carabinieri di Vigevano avessero approfondito allora la vicenda oggi non ci potrebbero essere dubbi sulla sua genuinità. Ma un anno dopo il delitto qualsiasi filmato delle telecamere sarebbe stato certamente già andato perduto. Un anno prima, il 18 agosto 2007, Sempio non parla né di quello che ha fatto il giorno dell’omicidio né della sua visita a Vigevano confermata dallo scontrino, che peraltro dice di aver ritrovato solo qualche giorno dopo. O nessuno glielo chiede. La sua legale Angela Taccia ribadisce che quello scontrino «è di Andrea» e parla di notizie riservate «trasudate sui media» come un escamotage di chi indaga «per misurare le reazioni». L’altro avvocato, Liborio Cataliotti, taglia corto: «È improprio definirlo alibi», perché quando venne esibito «Andrea Sempio non era nemmeno indagato».
Ma lo scontrino, come detto, è solo una tessera del puzzle dell’inchiesta. La più importante è quella del Dna sulle unghie di Chiara Poggi. I difensori hanno nominato la nuova genetista che prenderà il posto di Luciano Garofano. Si tratta di Marina Baldi, esperta molto nota in tv, e che nel 2017 intervistata da Giallo si era espressa sul reperto definendolo «perfettamente confrontabile». Poi le sue posizioni si sono man mano sfumate. La difesa, qualora la perita Denise Albani dovesse confermare la compatibilità del profilo, punterà tutto sull’ipotesi di una contaminazione. Tesi già percorsa dall’allora aggiunto Mario Venditti nella sua autonoma, e oggi sospetta secondo i pm di Brescia, archiviazione del 2017.