Chiara Petrolini che a 22 anni non riesce a individuare all’interno della sua rete sociale familiare un elemento con cui condividere l’essere in gravidanza soffre di un “autismo relazionale”. Nessuno poteva contraddire o criticare il suo progetto. Un “totalitarismo “ emotivo. Una totale scissione tra competenze performance intelligenza e assetto emotivo. Una frattura fra funzionamento cognitivo ed emotivo», così la psicoterapeuta EmiliaSannini
Perchè non avrebbe detto a nessuno che era incinta?
Penso che lei non abbia condiviso lo stato della gravidanza con nessuno, non trovando adeguato informare la sua rete sociale. Questo perché probabilmente potevano essere significativamente propensi a suggerire quelle che sono le soluzioni più adeguate, ossia continuare la gravidanza o abortire. E, in casi speciali, l’adozione. La non comunicazione diventa un segreto custodito psicopatologico, che diventa poi un nucleo dissociato alla realtà. Il suo comportamento è tipico di quello di chi ha grandi disturbi psichici.
Si è parlato di schema comportamentale. Cos’è?
Condotta ripetuta per una seconda volta, che sicuramente ci dà un’idea di questo funzionamento inadeguato. Perché una volta è umano, la seconda è diabolico. Anche perché poteva abortire, siamo tutelati da una legge, e anche partorire in maniera totalmente anonima. È tutto molto disorganizzato.
Quale processo mentale?
Ha adottato lo stesso comportamento inadeguato e criminale (infanticidio) ad una condizione che si è presentata per la seconda volta. Quindi il processo mentale è: gravidanza considerata e indesiderata, soluzione e problema l’infanticido (senza considerare né la possibilità di proseguire, aveva un compagno, né di informarlo dell’evento). Quindi una totale rimozione e messa in atto di un meccanismo di negazione totale, per poi mettere in atto la semplicistica equazione: problema, soluzione del problema, eliminazione dell’oggetto del problema. Senza considerare possibili soluzioni alternative possibili.
Perché non abortire?
Probabilmente perché l’aborto rappresenta un atto mentalizzabile, in quanto disconferma ad una immagine di sé basata sulla perfezione. Avrebbe infranto l’immagine di ragazza modello. Ed è, ovviamente, un pensiero disorganizzato. Se fosse vero che nessuno sapeva nulla, c’è anche una condizione di assoluta astrazione dal mondo delle relazioni. “Posso fare tutto da sola. Ciò che mi riguarda lo risolvo. Non importa come. Cancello tutto e vado avanti”. A 22 anni non è riuscita a individuare nessun elemento della sua tela sociale ed affettiva adeguato per condividere in primis l’evento (essere incinta) e trovare supporto nella gestione. Un delirio di onnipotenza.