“…L’incontro di due personalità è come il contatto di due sostanze chimiche: se c’è una reazione, entrambi si trasformano…”
Carl Gustav Jung
Mai sentito parare di chimica dell’amore? Comunque sia, attenzione: non si tratta solo di attrazione fisica. Secondo un team di psicologi dell’Università di Rochester e dell’Università della California a Riverside (Usa), sentire chimica tra due persone significa “sperimentare, nell’interazione con l’altro, un noi che caratterizza in modo unico e speciale quello specifico incontro”.
In altre parole, in amore, la chimica è molto più di un’intensa e immediata attrazione fisica con la quale potrebbe essere confusa: si tratta infatti di una speciale sintonia nel comportamento - nell’intesa linguistica, nella sincronia nei movimenti, nel contatto visivo e nelle espressioni facciali, nelle idee e pensieri simili - assieme alla percezione di avere con l’altro un’interazione molto speciale.
La chimica che accende la scintilla dell’amore, dunque, non è data semplicemente dalle caratteristiche dei due e dalle reciproche aspettative, ma si crea con la loro interazione per cui, secondo gli studiosi, non può essere sentita senza contatto diretto (quindi solo tramite social o siti di dating). Si può avvertire fino dai primi scambi ma di certo cresce con il susseguirsi dei momenti di connessione.
IN SINTONIA. Inoltre, la sincronia interessa anche i parametri fisiologici: uno studio dell’Università di Leiden (NL) ha rilevato che basta sentire la voglia di rivedersi per un secondo appuntamento perché battiti cardiaci e sudorazione si sintonizzino.
Perché chiamiamo CHIMICA ciò che è solo una ferita antica?
Molte pazienti arrivano nel mio studio descrivendo una sensazione potente, quasi magnetica, verso partner che razionalmente sanno non essere adatti a loro.
La chiamano “chimica”.
La descrivono come un riconoscimento immediato, una scossa che fa sentire vivi.
Ma dopo un buon lavoro clinico e di scavo profondo nelle dinamiche dell’attaccamento, posso dirti che spesso quella che percepiamo come “chimica” non è altro che il riconoscimento di un trauma familiare.
Se sei cresciuta con un genitore
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emotivamente distante, incoerente o imprevedibile, il tuo sistema nervoso si è formato attorno a questa instabilità.
Hai imparato, fin dai primi anni di vita, a confondere l’ansia con l’amore.
Per la bambina che sei stata, l’amore non era una presenza costante e sicura.
Era un’attesa.
Era un dover decifrare i segnali, un lavorare sodo per ottenere briciole di attenzione, un continuo stato di allerta.
Crescendo, il tuo cervello razionai
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cerca stabilità, ma il tuo sistema limbico - la parte più antica ed emotiva del tuo cervello - cerca familiarità.
Ed è qui che avviene l’inganno: siamo attratti da ciò che conosciamo, anche se ciò che conosciamo ci fa male.
Le persone sicure, costanti e disponibili possono sembrarti “noiose” o prive di scintilla, semplicemente perché non attivano quel vecchio circuito di ipervigilanza a cui il tuo corpo è assuefatto.
C’è una ragione profonda per la quale continui a scegliere persone che ti tengono sulle spine, che ti offrono poco, che devi “rincorrere”.
Freud la chiamava coazione a ripetere, ma in termini relazionali moderni possiamo vederla come un tentativo disperato di guarigione.
Inconsciamente, stai cercando di risolvere la tua infanzia.
Scegli partner che portano le stesse ferite dei tuoi genitori non per masochismo, ma con la speranza inconscia che, questa volta, se sarai abbastanza brava, abbastanza paziente o abbastanza amorevole, riuscirai a cambiarli.
È come se la tua psiche dicesse: “Se riesco a far aprire questo uomo emotivamente chiuso, avrò finalmente vinto la battaglia che ho perso con mio padre.”
È il tentativo magico della te Bambina di ottenere finalmente quell’amore che le è stato negato.
Ma la verità clinica, quella che impariamo a integrare in terapia, è che non siamo qui per guarire le versioni dei nostri genitori che incontri negli altri.
Le persone non sono progetti di riabilitazione e il tuo valore non si misura dalla tua capacità di “salvarle”.
Il lavoro profondo è imparare a distinguere tra l’eccitazione data dall’insicurezza (che è una risposta da stress e la vera connessione (che è una risposta di rilassamento e apertura).
Guarire significa smettere di guardare fuori e iniziare quel viaggio sacro verso la tua Bambina Interiore.
Significa diventare per lei quel genitore solido, accogliente e protettivo che non ha mai avuto.
Quando impariamo a validare il dolore di quella Bambina, quando impariamo a tenerla al sicuro dentro di noi, il bisogno disperato di cercare conferme esterne svanisce.

