Il colonnello Anna Bonifazi, responsabile sezione psicologia e criminologia del Racis dei carabinieri, nella sua deposizione ha spiegato che Chiara ha agito come un serial killer. “I delitti sono casellabili come omicidi ad escalation asimmetrica, c’è stato un aumento del motore criminale non frenabile, un motore che inizia purtroppo già dall’ideazione, quindi già dall’immaginazione nell’autore e va avanti senza possibilità alcuna di esser bloccato, quindi viene compiuto fino alla fine, anzi con una fase successiva di tentativo dell’autore di rimanere impunito, un pre conservarsi, come si dice dal punto di vista criminologico”.
Nel corso della sua testimonianza Bonifazi ha aggiunto: “I due eventi, almeno dalle circostanze che sono state disvelate, sono abbastanza simili a loro. La seconda gravidanza viene in qualche modo cercata, è un dato di fatto. Se la prima è avvenuta e si è conclusa in maniera così tragica, ci saremmo aspettati (parliamo di azioni logiche di una persona) non incappasse in una seconda azione altrettanto tragica. E invece - prosegue - tra i due fatti c’è stato anche un lasso di tempo (che chiamiamo di raffreddamento) estremamente ridotto, come a voler nuovamente ripercorrere una azione che non si può dire impulsiva. C’è serialità - argomenta ancora - c’è logica, un passaggio all’atto non bizzarro, non c’è alcuna azione che possa apparire non finalizzata: é un comportamento che fa presagire che chi lo compie entra ed esce da un impatto emotivo elevatissimo come senza minimamente avere degli scossoni emotivi, quindi riesce a sopportare a gestire anche eventi e momenti estremamente impattevoli dal punto di vista emotivo e fisico: questo è tipico comportamento seriale”, conclude Bonifazi.
«Ciò che emerge dalle ricerche di Chiara Petrolini è che è una ragazza molto razionale: pianifica viaggi, fa università con profitto, non si accontenta del primo dato che emerge, insiste nelle ricerche in argomenti come i concerti, la cucina, così come quelle della gravidanza. Sono le ricerche di una ragazza normale, figlia dei suoi tempi e della sua età. Fa anche ricerche di farmaci come fosfomicina, loperamide, medicinali contro la diarrea o per malattie cardiovascolari, tutti accomunati dall’uso consigliato in gravidanza». La testimonianza del tenente colonnello dei carabinieri, Domenico Sacchetti, durante l’udienza di questa mattina al processo per la ragazza di Traversetolo, accusata di aver ucciso i suoi due figli neonati, seppelliti nel giardino della villetta di Vignale, a Traversetolo, nel Parmense, spiegando i contenuti delle intercettazioni ambientali in aula.
Nel dicembre 2023, precisa Domenico Sacchetti, la giovane avrebbe cercato sul web, “come farsi venire il ciclo”, “attività in gravidanza” mentre scrive su internet “Feste di Capodanno Parma, dicembre 2023”. «Queste ricerche - precisa nell’udienza il tenente colonnello Sacchetti - ci fanno propendere per il fatto che lei potesse avere avuto certezza di essere incinta per il ciclo mancante e acidità in gravidanza, già nel dicembre 2023». Le ricerche poi sono andate avanti: “probabilità d’aborto, fino a che mese si può abortire, aborto in casa, aborto con infezione, come partorire prima, emorragie post parto cosa fare, emorragie post parto morte”.
«Nessuno sa nulla, ho fatto tutto da sola». Queste le parole di Chiara Petrolini captate dalle intercettazioni ambientali mentre parlava con i suoi genitori. Era l’agosto del 2024, i carabinieri avevano appena ritrovato il cadavere di un neonato sepolto nel giardino della sua abitazione, a Vignale di Traversetolo. I militari avevano convocato lei e i suoi genitori che intanto erano negli Stati Uniti per un viaggio prenotato tempo prima. Erano stati convocati per notificare i primi atti di indagine e per informarli che il neonato trovato nel giardino risultava essere figlio del fidanzato della ragazza. Durante la testimonianza del tenente colonnello dei carabinieri di Parma, Domenico Sacchetti, sono state ripercorse le tappe dell’indagine e le conversazioni.
«Dopo un’iniziale negazione ci fu un’ammissione di responsabilità a cui i genitori reagirono con incredulità» dice Sacchetti spiegando come Chiara avesse ammesso la maternità. Prima disse di non aver ucciso il bambino, disse che era nato morto. Poi aggiunge alcuni dettagli «ho spinto, ho spinto e basta ed è venuto fuori», avrebbe spiegato ai genitori.
Sacchetti, chiamato a testimoniare dalla pubblica accusa, continua aggiungendo: «Si mostrò come una ragazza spaesata. Disse: ‘Non sapevo cosa fare, non sapevo come dirvelo, avevo paura, nessuno sapeva nulla’ Samuel non se n’è mai accorto, non lo sa», le parole della 22enne, accusata di avere ucciso il figlio tagliandole il cordone ombelicale dopo averlo partorito, di averlo sepolto in giardino e di aver fatto lo stesso con un altro figlio, un anno e mezzo prima.
“La posizione del neonato ha allontanato il dubbio che fosse stato gettato lì, essendo appoggiato sul fianco sinistra, con le mani a protezione del viso, quasi fosse stato lì appoggiato”. Lo ha detto il tenente colonnello, Domenico Sacchetti, durante la sua testimonianza in aula, per il processo a Chiara Petrolini, accusata del duplice omicidio dei due figli neonati. Sacchetti ha anche riferito alcuni dettagli della buca, dove il corpo del secondo neonato è stato ritrovato il 9 agosto 2024: “La buca era coperta da alcune siepi, che proteggono e coprono muro che nasconde la scalinata che porta al piano seminterrato dell’abitazione. La buca si trova nelle immediate adiacenza dell’asciugamano e ha dimensioni di 60x80, con profondità di 24 centimentri”.
“Ciò che emerge dalle ricerche di Chiara Petrolini è che è una ragazza molto razionale: pianifica viaggi, fa università con profitto, non si accontenta del primo dato che emerge, insiste nelle ricerche in argomenti come i concerti, la cucina, così come quelle della gravidanza. Sono le ricerche di una ragazza normale, figlia dei suoi tempi e della sua età. Fa anche ricerche di farmaci come fosfomicina, loperamide, medicinali contro la diarrea o per malattie cardiovascolari, tutti accomunati dall’uso consigliato in gravidanza”. La testimonianza del tenente colonnello dei carabinieri, Domenico Sacchetti, durante l’udienza di questa mattina, continua a spiegare i contenuti delle intercettazioni ambientali in aula.
Nel dicembre 2023, precisa Domenico Sacchetti, la giovane avrebbe cercato sul web, “come farsi venire il ciclo”, “attività in gravidanza” mentre scrive su internet “Feste di Capodanno Parma, dicembre 2023”. «Queste ricerche - precisa nell’udienza il tenente colonnello Sacchetti - ci fanno propendere per il fatto che lei potesse avere avuto certezza di essere incinta per il ciclo mancante e acidità in gravidanza, già nel dicembre 2023». Le ricerche poi sono andate avanti: “probabilità d’aborto, fino a che mese si può abortire, aborto in casa, aborto con infezione, come partorire prima, emorragie post parto cosa fare, emorragie post parto morte”.
Le parole del fidanzato
“Chiara mi disse che avevano trovato un bambino nel giardino di casa ma non mi disse che era suo” ha spiegato in aula Samuel Granelli ex fidanzato di Chiara Petrolini e padre dei due neonati sepolti in giardino nel corso della sua deposizione in corte d’Assise a Parma. “Ci siamo fidanzati a 16/17 anni. Nel 2022 ci eravamo lasciati. Quando è scoppiato il caso ci eravamo rimessi insieme dal settembre 2023. Usavo raramente contraccettivima non ci siamo mai posti il problema di un’eventuale gravidanza. Non ho mai avuto la percezione che potesse essere in gravidanza, mai un sospetto, non ho mai notato nulla nemmeno quando era svestita”. “Per me è sempre stata la stessa Chiara dal primo giorno all’ultimo. Figli con Chiara? Era molto presto, eravamo giovani e se lo avessi saputo ne avremmo discusso, non sarei stato contro al 100%, se Chiara avesse voluto avrei tenuto il bimbo anche da solo, non gli avrei fatto fare quella fine“.
Mi ha detto che non sapeva cosa cosa fare, c’erano momenti in cui l’avrebbe tenuto altri no, non voleva precludersi la possibilità di essere madre ma é andata come è andata” ha dichiarato Riccardo C., uno degli amici più vicini all’imputata. Dopo aver spiegato che nessuno aveva notato le due gravidanze, l’amico ha rivelato che Chiara, una volta emersa la notizia del ritrovamento del primo cadavere, così giustifico il suo silenzio agli amici: “Mi aveva detto che si aspettava che da parte nostra ci fosse una domanda relativa alla gravidanza proprio perché pensava che si notasse dal punto di vista fisico l’effettiva condizione in cui era. Sperava che notassimo qualcosa“.
Intanto è stato conferito l’accertamento psichiatrico alle perite nominate dai giudici, Marina Carla Verga e Laura Ghiringhelli. Chiara Petrolini ha rinunciato a presenziare ed è rientrata a casa dove è ancora agli arresti domiciliari, raggiunta dal padre. Toccherà, dunque, alle perite visitare la 22enne, acquisendo documentazione clinica e processuale ed esprimersi sulla capacità di intendere di volere all’epoca dei fatti.
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Processo Petrolini, il colonnello Bonifazi: “ Omicidi ad escalation: c’è serialità”
https://www.parmatoday.it/cronaca/processo-chiara-petrolini-terza-udienza.html
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