“Non può esserci un Dio perché, se ce ne fosse uno, non crederei che non sia io.” F.W. NIETZSCHE
Nel linguaggio comune, la definizione di narcisista ha una accezione negativa e si riferisce a persone con atteggiamenti eccessivamente egocentrici, poco empatiche e sostanzialmente disinteressate agli altri .
Con la psicoanalisi il narcisismo diventa un concetto centrale in quanto viene individuato come elemento costitutivo e originario della soggettività umana e, da Freud in poi, gli studi psicoanalitici sul narcisismo approfondiranno le sue possibili evoluzioni in senso sano e patologico.
Freud ridefinisce il narcisismo come fase intermedia dell’evoluzione sessuale che si colloca tra l’autoerotismo e l’amore oggettuale.[1]
Freud distingue due forme di narcisismo: primario e secondario. Il narcisismo primario (deducibile teoricamente solo a posteriori) è così definito in quanto legato a una prima fase dello sviluppo del piccolo dell’uomo che vive in uno stato indifferenziato non essendo ancora in grado di distinguere tra sé e l’altro, tra l’interno e l’esterno (il prototipo è la vita intrauterina). “Il narcisismo primario è una sorte di amore, che, più che di se stesso, può essere definito con se stesso” [2].
Freud inoltre mette in rilievo la posizione dei genitori nella costituzione del narcisismo primario dell’infans (His majesty the baby). Il loro amore nei confronti del figlio “che deve appagare i loro sogni e desideri irrealizzati” è, di fatto, una reviviscenza del loro narcisismo tornato a nuova vita.[3]
Il narcisismo secondario è una situazione psichica più tardiva che comporta l’investimento libidico nei confronti di un oggetto esterno il quale, al tempo stesso, viene vissuto “come il proprio io”.
Il narcisismo secondario nasce dal fallimento del primo, da questa illusione di completezza “[…] ed esprime un tentativo di ricostituire delle condizioni interiori, psichiche, di piacevolezza, di autoconservazione, di sicurezza che quello illusoriamente garantiva.[4]
Tale passaggio costituisce il momento inaugurale del riconoscimento dell’alterità: un intervento esterno che soccorre e aiuta l’infans nella sua impotenza fisiologica (Hilflosigkeit).
I SINTOMI DELLA PERSONA NARCISISTA NEL DSM V
- Senso grandioso di importanza (esagerare risultati e talenti, aspettarsi di essere considerati superiori senza una reale motivazione.
- Essere assorbiti da fantasie di successo, potere, fascino, bellezza illimitati, o di amore ideale
- Credere di essere speciale e unico e di poter essere capiti solo da altrettante persone speciali e di classe elevata
- Richiesta eccessiva di ammirazione
- Sfruttamento dei rapportI interpersonali, cioè approfittare delle persone per i propri scopo
- Mancanza di empatia; cioè incapacità di riconoscere e di identificarsi con i sentimenti degli altri e le necessità degli altri
- Invidia per gli altri o credenza di essere invidiati dagli altri
- Comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi
Otto Kernberg concepisce invece la personalità narcisista in modo più tradizionale. [5]Egli, anche se è d’accordo nel ritenere che la patologia si incentri attorno a un disturbo della regolazione dell’autostima e alla persistenza di un Sé grandioso, non ritiene che questo sia la riattivazione di una fase dello sviluppo infantile normale, ma patologico. Infatti, dove Kohut parla di “Sé grandioso arcaico”, Kernberg non a caso parla di “Sé grandioso patologico”, per cui ne consegue che in terapia esso non deve essere favorito o lasciato crescere, ma deve essere interpretato nelle difese caratteriali narcisistiche. [6]Per fare un esempio, una eccessiva idealizzazione del terapeuta potrebbe non essere, come vuole Kohut, un sentimento “normale”, ma la difesa da una aggressività contro di lui e/o dalla proiezione di questa che genera poi una paura di lui (risultante quindi da una conflittualità intrapsichica).[7]
Per Kernberg (il quale tra l’altro, non si dimentichi, seguendo Hartmann [1950, cit.] concepisce il Sé come “rappresentazione del Sé”, cioè come una funzione dell’Io, e non come una entità sovraordinata e autonoma) il futuro narcisista, attorno ai 3-5 anni, invece di integrare realisticamente le immagini buone e cattive del Sé e dell’oggetto in rappresentazioni coerenti e stabili, mette insieme le rappresentazioni positive ed idealizzate (sia del Sé che dell’oggetto) formando conseguentemente un Sé grandioso patologico, cioè un’idea irrealistica e idealizzata di sé, la quale ovviamente è fragilmente mantenuta per cui il paziente ha sempre bisogno di rinforzi esterni per la sua autostima ed è soggetto a continue disillusioni.[8] Quello che favorisce (ma non determina, come vorrebbe Kohut) la formazione di questo Sé grandioso patologico è l’atteggiamento di genitori freddi, distaccati, ma nel contempo pieni di esagerate ammirazioni e aspettative dal bambino. La vera possibile causa della formazione di questo Sé grandioso patologico è, secondo Kernberg, una eccessiva pulsione aggressiva, che impedirebbe alle rappresentazioni positive di integrarsi normalmente con quelle negative, portando così alla formazione di immagini scisse, eccessivamente idealizzate e grandiose, o eccessivamente negative. La psicodinamica a questo livello è molto simile a quella della personalità borderline, che secondo Kernberg appunto ha una genesi qualitativamente simile a quella narcisista, e la cui organizzazione intrapsichica è simile in molti disturbi di personalità.[9]
Come si comporta una persona narcisista?
Ci sono due tipologie di comportamento estremamente polarizzate tra loro:
- narcisista overt, contraddistinto da un atteggiamento dominante, arrogante e con elevata autostima. Dimostra disprezzo e superiorità, non sembra provare emozioni e raramente si assume la responsabilità di quanto compie. Non accetta le critiche ed è alla ricerca di trattamenti di favore per ottenere quanto desidera. Nutre fantasie di illimitato successo
- narcisista covert è invece vulnerabile rispetto alle critiche. Dotato di scarsa autostima prova spavento all’idea del confronto. È preda dell’ansia ed è vittima della ruminazione Il senso di inferiorità lo porta a essere evitante nei confronti delle relazioni.
In che modo manipola il narcisista?
In generale il modus operandi dei narcisisti è quello di ricorrere all’uso frequente di negazioni, false dichiarazioni, bugie e contraddizioni per intrappolare lentamente la vittima in questa realtà distorta e mantenere il controllo su di loro.
Nelle relazioni non tollerano i confini: non amano che gli si dica cosa fare. Considerano questo controllo intollerabile.
In un contesto di diagnosi differenziale, il disturbo narcisistico di personalità va tenuto distinto dai disturbi:
- BIPOLARE dal momento che un soggetto che soffre di disturbo narcisistico può presentare depressione, anche se il bisogno elevarsi sopra le altre persone è il tratto distintivo e pone una distinzione rispetto a chi soffre di disturbo bipolare
- ANTISOCIALE DI PERSONALITA’, che porta all’uso degli altri per primeggiare, ma solo in senso materiale, laddove chi soffre di disturbo narcisistico è alla ricerca di un guadagno, per così dire, relativo all’autostima
- ISTRIONICO DI PERSONALITA’ contraddistinto dalla ricerca di attenzione, presente anche in chi è affetto da narcisismo.
Comorbilità del narcisismo
Insieme al narcisismo può essere diagnosticata la compresenza di un ulteriore disturbo mentale. Tra i principali disturbi possiamo indicare:
- il disturbo depressivo, maggiore o persistente
- l’ anoressia nervosa
- l’ abuso di sostanze
- il disturbo borderline
Quando si diventa narcisisti?
Nella pratica medica, il concetto di narcisismo nell’età evolutiva non è generalmente considerato come una patologia. Tuttavia è durante la crescita, solitamente tra i 14 e i 18 anni, che si inizia a parlare di disturbo di personalità narcisistica.
Dai primissimi anni di vita, tra 0 e 3 anni, il narcisismo svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei bambini. È una fase in cui il bisogno di gratificazione e l’attenzione rivolta verso se stessi sono del tutto naturali e necessari per la formazione di una sana autostima.
Questo processo di crescita continua negli anni successivi, e già tra i 7 e i 12 anni è possibile osservare tratti caratteriali che possono anticipare il disturbo narcisistico. Durante questo periodo, l’educazione ricevuta e il contesto sociale in cui il bambino si trova giocano un ruolo cruciale nello sviluppo della sua personalità.
Mentre il narcisismo è una parte normale del processo di crescita, è importante riconoscere quando il comportamento narcisistico diventa eccessivo e inadeguato.
Cause del narcisismo patologico
Spesso il narcisismo patologico è il risultato di una combinazione di fattori biologici e sociali, che concorrono nello sviluppo di una persona. Non si esclude una possibile componente ereditaria.
C’è concordanza tra i ricercatori sul ruolo giocato da parte dei genitori. Sono tre le ipotesi in campo:
- genitori che fermamente credono nella superiorità del figlio/a e che premiano gli aspetti che rinsaldano una immagine grandiosa del sé
- un contesto familiare disfunzionale, che porta il figlio/a a pensare di poter vivere facendo esclusivo affidamento su di sé. I genitori non sono capaci di prendersi cura e di dare la giusta attenzione ai reali bisogni del piccolo
- un ambiente familiare estremamente permissivo e indulgente che innesca nel bambino un senso di superiorità o, al contrario, un approccio di cura iperprotettivo che influisce sulla fiducia che il bambino può avere di sé.
Una ulteriore ipotesi vede il piccolo subire umiliazioni e offese da parte dei coetanei.
Che problema hanno i narcisisti?
Dietro la superiorità, l’unicità e la grandiosità, i narcisisti hanno sentimenti di inferiorità, vulnerabilità, fragilità e paura di confrontarsi. Presentano solitamente una fragile autostima che li rende vulnerabili a quelle che percepiscono come critiche. Credono di essere invidiati e dimostrano ipersensibilità alle critiche, alle sconfitte o ai fallimenti.
Davanti all’incapacità di soddisfare l’alta opinione di sé, si accendono di rabbia, o hanno attacchi di panico . Possono cadere in uno stato di depressione profonda o azzardare autolesionismo. .
Il soggetto narcisista sviluppa una vera e propria fissazione per l’immagine che rimanda agli altri. Presta spasmodica attenzione ai feedback da parte delle persone con cui ha relazioni.
E La domande delle domande: “Come si comporta un narcisista in amore?”
Nella fase iniziale di una relazione l’uomo narcisista si presenta come un innamorato appassionato e premuroso, avvolgendo la partner in un’atmosfera magica di dolcezza e attenzioni. Tuttavia questa passionalità è spesso solo una maschera per nascondere il suo vero sé.
Per il narcisista l’amore è un mezzo per ottenere gratificazione personale. Si concentra solo sui propri bisogni e desideri, cercando di soddisfare il suo ego e alimentare la propria autostima. È abile nel manipolare il partner, soprattutto se quest’ultimo dipende dalle attenzioni altrui.
Una persona narcisista è incapace di provare empatia o compassione per il partner. La sua principale preoccupazione è se stesso e la propria soddisfazione personale, lasciando la partner confusa e frustrata dalla mancanza di attenzione e sostegno emotivo. Spesso, per mantenere la relazione, la partner cerca di adattarsi alle richieste del narcisista, sacrificando i propri bisogni e desideri.
Una domanda che spesso mi fanno è: perché incappo in persone che soffrono di questo disturbo? perché li trovo tutti io?
Tra qualche giorno proverò a descrivere i bisogni e le esigenze di chi ricerca o trova personalità narcisistiche, stringendo legami disfunzionali… WORK IN PROGRESS…
P.S.
“La facilità del selfie permette di dare libero sfogo alle stupide tendenze narcisistiche umane,(mia foto compresa seppur velata di ironia) che la maggiore difficoltà della pittura prima, e della fotografia delle origini poi, teneva parzialmente a bada. Oggi che ciascuno può fotografarsi in continuazione, come prima solo ai divi era concesso, i social network come Facebook, Instagram, Twitter e Whatsapp sono diventati i rotocalchi samizdat dei «poveri e brutti».” P.ODIFREDDI
[1] Freud S. (1912) Totem e tabù, OSF 7, Boringhieri.
[2] Semi A. A. Il narcisismo, Il Mulino, 2007.
[3] Freud S. (1914) Introduzione al narcisismo, OSF 7, Boringhieri.
[4]. Semi A. A. Il narcisismo, Il Mulino, 2007.
[5] Kernberg O.F. (1975). Sindromi marginali e narcisismo patologico. Torino: Boringhieri, 1978.
[6] Kernberg O.F. (1984). Disturbi gravi della personalità. Torino: Boringhieri, 1988.
[7] Kohut H. (1971). Narcisismo e analisi del Sé. Torino: Boringhieri, 1976.
[8] Kohut H. (1978). La ricerca del Sé. Torino: Boringhieri, 1982
[9] Clarkin J.F., Yeomans F. & Kernberg O.F. (1999). Psychotherapy for Borderline Personality. New York: Wiley (trad. it.: Psicoterapia delle personalità borderline. Milano: Cortina, 2000). Edizione Internet delle pp. 31-39 del cap. 1: Strategie nella psicoterapia delle personalità borderline: http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/clarki99.htm.